venerdì 23 dicembre 2011
Seno nuovo: attenta che scoppia
Allarme protesi. Ora è realtà, con i governi di Francia e Gran Bretagna che sono intervenuti e hanno raccomandato alle donne con protesi mammarie Pip (Poly implants prothesis), sospettate di essere cancerogene e causa di infiammazioni, ritirate nel 2010, di effettuare controlli dopo la segnalazione di rotture.
Il governo francese ha chiesto che la rimozione delle protesi mammarie di marca Pip sia raccomandata alle donne che le hanno impiantate, "anche in assenza di segni di deterioramento". Lo ha detto il ministro della sanità, Xavier Bertrand. In Francia sono circa 30.000 le donne che si sono fatte impiantare le protesi al seno Pip.
La vicenda si è subito allargata all'Italia, dove dal 2005 a oggi si sono registrati 24 casi di "scoppi" di protesi. Sempre a causa delle protesi Pip, 400mila pezzi in giro per il mondo. Il riverbero del caso però si fa sentire su tutto il mercato della chirurgia plastica.
Intanto il ministro della Sanità Balduzzi consiglia alle donne italiane di discutere la situazione col chirurgo che le ha operate, e ai centri viene chiesto di collaborare contattando le pazienti operate al seno con quel silicone. Balduzzi ha annunciato che gli eventuali reimpianti verranno rimborsati dal servizio pubblico, purché ci siano indicazioni specifiche. "Le protesi Pip sono in materiale non regolare. Siamo in contatto con le autorità francesi dove il problema è più grave perché interessa circa 30 mila pazienti. Il lavoro del Consiglio superiore era già cominciato. Nell'aprile del 2010, dopo le prime segnalazioni francesi, in Italia è scattato il ritiro. Poi una seconda circolare che disponeva un sistema di monitoraggio anche con i medici di famiglia", dice Balduzi.
L'azienda Pip è fallita. Utilizzava materiale di bassa qualità dichiarando invece un contenuto diverso. Le protesi costavano la metà rispetto a quelle sicure. A differenza dei farmaci sottoposti a disciplina stringente, non è previsto nessun controllo come per tutti gli altri dispositivi medici. Dunque il silicone fallato ha liberamente circolato dal 2001, anno di commercializzazione, ad aprile 2010, data del ritiro in Francia, Gran Bretagna e Italia.
L'Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe) chiede al ministero "una risposta urgente per prevenire panico ingiustificato". E' probabile che le protesi low cost siano state acquistate anche da ospedali e case di cura convenzionate e siano servite per la ricostruzione di donne operate di cancro al seno. Un'indagine specifica sul tema non è mai stata aperta ma forse è giunto il momento di farlo.
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