sabato 29 settembre 2012

Torna a casa la quindicenne scappata con il prof

La studentessa britannica di 15 anni, Megan Stammers, che era fuggita con il suo professore del liceo, Jeremy Forrest, ha lasciato la Francia a bordo di un volo diretto a Londra. Megan Stammers si è imbarcata all'aeroporto di Bordeaux verso le 15:15 su un volo Easyjet, accompagnata da un uomo e da una donna. Secondo un portavoce della polizia del Sussex, Megan verrà interrogata al suo arrivo in Gran Bretagna. Quanto al professore, Jeremy Forrest, un uomo sposato di 30 anni - che attualmente è stato incarcerato in Francia in attesa dell'estradizione in Gran Bretagna - ha fatto sapere tramite il suo legale di essere "deluso" e "per la fine della storia d'amore". Da parte loro, gli avvocati di Forrest hanno fatto sapere che non si opporranno all'estradizione. Il professore, fermato a Bordeaux insieme alla ragazzina dopo essersi imbarcato venerdì scorso su un traghetto diretto a Calais, è ora in carcere a Gradignan, nel sud-est della Francia e ci resterà fino all'udienza di martedi, quando il giudice si pronuncerà sulla sua estradizione in Gran Bretagna. Sul prof trentenne pendeva un mandato di arresto europeo. Intanto, il gestore dell'albergo in cui i due britannici alloggiavano nei giorni scorsi, ha descritto la coppia come "discreta" e "tranquilla" e "non specialmente innamorata".

File per ìphone 5

Conclusa l'attesa e la vera notte bianca (trascorsa da centinaia di persone fuori dai negozi degli operatori telefonici) per l'iPhone 5. Il prezzo elevato del nuovo melafonino, ben 729 euro, non ha frenato i fan di Apple (età media tra i 25 e i 35 anni) che si sono messi in fila ordinatamente per aggiudicarsi i primi pezzi. Tutti felici e contenti i fans di un prodotto che appare sempre più come un vero e proprio status symbol per i fans più convinti. L'altra faccia della medaglia ovviamente è rappresentata dagli oppositori. L'iphone, si sa, divide. E genera anche divertenti parodia in rete. In queste ultime settimane ne sono fioccate tante, come fosse una gigantesca nevicata. Senza cattiveria, in fondo anche i supporter Apple si saranno fatti due risate guardando il video con Hitler che si arrabbia per l'uscita dell'iPhone 5 piuttosto che seguendo il lungo e meticoloso filmato intitolato Oltre diecimila visualizzazioni su Youtube per il video che fa il verso alla presentazione del nuovo iPphone 5. L'idea è del canale "iPhoneparodia", nato per intrattenere e divertire il pubblico di internet. "Inizia il suo percorso ironizzando con parodie e sketch pubblicate su YouTube raccogliendo fin da subito migliaia di consensi - si legge sul sito -. Non c’è cattiveria o voglia di remar contro l’immagine di nessuno, tantomeno di Apple e dei suoi prodotti".

L'efficienza energetica diventa legge, taglio 25% sulle bollette

Pochi ne hanno parlato, ma la novità è importante: dall’11 settembre l’efficienza energetica è un obbligo di legge che tutti i paesi dell’Unione europea dovranno recepire entro i prossimi 18 mesi. Che cosa significa questa decisione? Sulla spinta di un deficit energetico insostenibile (quasi cento miliardi di euro nel 2011) l’Unione ha deciso finalmente di battere un colpo e di creare le premesse per spingere al massimo sul risparmio e sul taglio degli sprechi. I margini sono enormi, se si pensa che l’inefficienza energetica vale circa il 25 per cento dei consumi domestici. In pratica: prendete una bolletta, tagliatene il valore di un quarto e ottenete quanto si potrebbe risparmiare se fossero eliminati gli sprechi di energia. La spinta dell’Unione, che auguriamoci sia presto tradotta dal governo e dal parlamento italiano in una legge nazionale, ha anche un altro significato: incentivare al massimo interventi di riqualificazione energetica sia negli edifici privati sia in quelli pubblici. Dove lo spreco dilaga. Anche perché, come nel caso dell’Italia, oltre il 70 per cento del patrimonio edilizio ha un’età superiore ai trent’anni e ha bisogno urgente di ammodernamento. Il riscaldamento condominiale con le pompe di calore, per fare un esempio, che secondo le direttive dell’Unione dovrà coprire il 70 per cento del fabbisogno energetico, si traduce in un risparmio dei costi di circa un terzo nei consumi. Trasformare l’efficienza energetica in una legge, a questo punto, è un dovere e un’opportunità. Anche per creare una leva sulla quale sviluppare politiche concrete a favore della crescita economica. Una crescita sana, sostenibile e non predona rispetto all’ambiente e alle risorse naturali. Un’idea di quale potenziale contiene la rivoluzione dell’efficienza energetica mi è arrivata leggendo in anticipo alcune relazioni previste all’Innovation festival di Bolzano in calendario dal 27 al 29 settembre. Bolzano ha già deciso di tradurre l’efficienza energetica in un obiettivo: diventare, entro il 2030, una città C02 neutral, ovvero indipendente dall’uso di fonti energetiche fossili. Ciò significa che entro quella data per riscaldare case, industrie e uffici si dovrebbero consumare 390 gigawattora rispetto agli attuali 1260 con un crollo delle emissioni di CO2 da 317mila a 54mila tonnellate e con un risparmio di 90 milioni di euro all’anno. Non tutte le città hanno le condizioni ambientali di Bolzano, non tutte dispongono di una tradizione green come quella del territorio altoatesino, ma una cosa è sicura: l’efficienza energetica cambierà radicalmente i nostri consumi e perfino i nostri stili di vita. E per fortuna l’Europa lo ha capito.

Mercedes: fuori Schumacher e dentro Hamilton

Nessun imbarazzo nei confronti di Schumi e la convinzione di aver preso il top per il suo team. Questi i sentimenti di Ross Brawn, team principale della Mercedes, poche ore dopo l'annuncio dell'ingaggio di Lewis Hamilton. "Non so se ci sia stata una cosa in particolare a convincere Lewis a venire in Mercedes, ma per noi e' importante che sappia di poter vincere qui - ha spiegato -. La trattativa e' iniziata quando l'entourage di Hamilton ha voluto conoscere i nostri programmi, ne abbiamo parlato, tutti sapevamo che era all'ultimo anno di contratto con la McLaren e da li' e' partito tutto. Vogliamo che Lewis dia un contributo oltre alla semplice guida, che lavori a stretto contatto con gli ingegneri e che sia un motivatore per tutti". Brawn assicura che la Mercedes non gli ha promesso il ruolo di primo pilota del team, ne' lui ha chiesto di avere la priorita' su Nico Rosberg. "Non c'e' un numero 1 - ha spiegato -, in tutte le discussioni che abbiamo avuto Lewis non l'ha mai chiesto, si e' solo parlato di parita' di trattamento". Poi regala una sensazione forte: "Credo che a far scattare la molla in Lewis sia stata la voglia di sentirsi parte di un progetto, quello della creazione di un nuovo team che punta alla vittoria, e non quella di essere al centro di una struttura gia' formata e di successo. Penso che lui abbia sentito il bisogno di questa sfida come nuovo passo della sua carriera. Non e' venuto alla Mercedes perche' gli offrivamo piu' denaro, non e' andata cosi'. Detto questo, Hamilton e' un animale da corsa, che vuole vincere, e se questo non avviene, tutto il castello frana. Tutti noi e tutti quelli che conoscono Lewis sanno bene che e' cosi', che lui e' un pilota vincente e che vuole vincere". Brawn non dimentica il periodo d'oro avuto in Ferrari con Schumi, anzi lo individua come punto di riferimento. "Con Schumacher gli anni a Maranello sono stati fantastici e spero di ricreare qui in Mercedes tutti gli elementi che allora ci permisero di vincere - ha spiegato Brawn -. Credo che Hamilton possa avere un ruolo cruciale in questo". In Ferrari vinceva con Schumacher, in Mercedes la coppia non ha funzionato come Brawn sperava e adesso per il pilota tedesco il futuro e' ancora tutto da scrivere. "Credo che ancora debba riflettere e decidere cosa fare, Michael sa che Hamilton e' un grande colpo per la Mercedes e ne e' contento. E' sempre stato al corrente delle nostre decisioni, anche lui ha capito l'enorme opportunita' che ci si presentava con Hamilton e non siamo mai arrivati ad ultimatum nei suoi confronti". Brawn gli concede un publico contentino: "Schumi potrebbe rimanere qui e lavorare nello sviluppo delle vetture, ma la decisione sara' soltanto sua". Ma il destino del Kaiser è da un'altra parte...

Scoperta italiana contro il cancro in Belgio

"Migliorare gli effetti della chemioterapia e allo stesso tempo diminuire le conseguenze negative che questa cura ha sugli altri organi". Questo il duplice vantaggio della scoperta scientifica nella lotta contro i tumori messa a segno dall'Università di Leuven, in Belgio, da un'equipe guidata dall'italianissimo e giovane professore Massimiliano Mazzone, che ne racconta i dettagli ad Affaritaliani.it. (In foto, da sinistra a destra: Sofie Deschoemaeker, Belgio; Prof. Massimiliano Mazzone, Italia; Rodrigo Leite-de-Oliveira, Portogallo). LA SCOPERTA - “C'è una proteina, che si chiama "Phd2" – spiega Mazzone – che, se inibita, è in grado di favorire l'arrivo e la distribuzione della cura chemioterapica sul tumore. Inoltre, è in grado di garantire una migliore preservazione delle cellule non tumorali, cosa che finora non era possibile fare". Con la chemioterapia sono a rischio soprattutto organi come il cuore e i reni, che possono dare problemi anche molti anni dopo, portando a disturbi cardiocircolatori nel primo caso e alla necessità di trapianto nel secondo. "Il duplice effetto si ottiene inibendo la proteina, che si trova nei vasi sanguigni, in tutto il corpo: non serve una targettizzazione della terapia". IL METODO - Per arrivare a questa scoperta il team guidato dal professor Mazzone ha utilizzato due approcci: "Da un lato l'inibizione genetica, che ovviamente è sperimentabile sulle cavie, ma non è possibile per l'uomo - spiega -. Dall'altro abbiamo testato un inibitore specifico e ora stiamo collaborando con un'industria farmaceutica di Cincinnati, in Ohio, che in realtà si occupa di anemia, ma che ha prodotto una molecola che potrebbe essere molto utile anche in questo caso. Se tutto andrà come speriamo, potremo cominciare nel 2013 la sperimentazione sull'uomo". A quel punto ci vorranno circa 5-10 anni. "Tempi lunghi, ma siamo fiduciosi sulla possibilità di ottenere risultati importanti per la cura del cancro".

Usa sotto choc, ruba un'auto e si spara in diretta tv. La Fox si scusa

Immagini sconvolgenti in diretta tv negli Usa. La rete di Rupert Murdoch, Fox News, ha chiesto scusa per aver mostrato le immagini di un uomo che si e' sparato alla testa a Phoenix in Arizona, dopo aver rubato un'auto e aver dato vita ad un inseguimento ad altissima velocita' durato oltre un ora. Il canale Fox 10, affiliata di Phoenix della rete, ha trasmesso in diretta il tragico evento senza alcun filtro. Dopo il rientro in studio il conduttore si era subito scusato con i telespettatori per non aver tagliato la scena: "Abbiamo veramente fatto un pasticcio e ce ne scusiamo. Noi vediamo molte cose che non trasmettiamo perchè non appropriato". Riferimento al fatto che negli studi le immagini scorrono cinque secondi prima di andare in onda così da poter evitare la trasmissione di "cose terribili". A quel punto ha giurato: "Non succederà più sotto la mia supervisione". In rete però il filmato sta circolando moltissimo e con esso si è aperto il dibattito sull'opportunità di mostrarlo...

giovedì 6 settembre 2012

Paralimpiadi, Assunta Legnante oro e record del mondo

La sua vittoria se l'aspettavano in molti, ma il nuovo record stabilito da Assunta Legnante nel lancio del peso è stato comunque una grande gioia per lei e per tutta la nazionale paralimpica. L'azzurra ha conquistato l'oro nella categoria F11/12 con la straordinaria misura di 16,74, stracciando le rivali, le cinesi Tang e Zhang, ferme a 12,47 e 11.07. Assunta è abituata ai trionfi: prima di perdere la vista, l'atleta di origine campana residente ad Ascoli Piceno, nelle Marche, gareggiava con i normodotati e aveva già battuto molti record. Nel febbraio del 2002 a Genova ha ottenuto il suo miglior risultato indoor con un lancio di 19,20 metri, attuale record italiano. Nel 2006, invece, nella finale dei Campionati italiani di società di Busto Arsizio, ha raggiunto la misura dui 19.04 metri con il suo miglior lancio all'aperto. Soprannominata "Cannoncino", per la potenza delle braccia, la Legnante nel 2007 è stata capitano della nazionale italiana ai Mondiali di Osaka e si è vista sfuggire di mano la finale per un scarto di un solo centimetro. Dopo la perdita della vista a causa di un glaucoma manifestatosi nel 2009, Assunta ha confermato il suo status di campionessa gareggiando nello sport paralimpico, dove è entrata l'11 maggio scorso con la gara dei campionati italiani di Torino in cui raggiunse un altro record con la misura di 13,7 metri. Il suo sogno, però erano le Paralimpiadi. Nel maggio di quest'anno, durante i campionati italiani assoluti paralimpici di atletica leggera, Assunta, determinata a vincere come sempre, ha battuto il record del mondo del lancio del peso nelle categorie F11/12 realizzando le straordinarie misure di 13,24 e 13,27 e qualificandosi per la Paralimpiadi. Il risultato raggiunto ieri a Londra, oltre a consacrare Assunta nell'Olimpo dei grandi atleti, le permetterà anche di accedere agli Europei di atletica di Zurigo del 2014. "Questo oro lo devo a molte persone - ha dichiarato la Legnante dopo la gara - alla mia famiglia, al mio compagno, al mio allenatore e a mia madre che è scomparsa da poco e alla quale avevo promesso di vincere". A chi, pensando ad una sorta di Pistorius al femminile, le chiede se potrebbe pensare di tornare a gareggiare con gli atleti normodotati, visto che non c'è un regolamento che lo impedisce, risponde: "Perché no? Però dovrei fare almeno 18 metri, non voglio andare a fare la comparsa a Zurigo. Devo ancora scoprire cosa il mio corpo mi consente di fare, quella di adesso è una nuova Assunta". Di sicuro la sua forza e la sua determinazione continueranno a mandarla avanti, alla coqnuista di nuovi record.

Infarto in spiaggia, imprenditore annega

Un infarto in spiaggia e per lui non c'è più stato nulla da fare. Angelo Manenti, 63enne imprenditore di Telgate (Bg), da anni a capo di un'azienda di autotrasporti, è improvvisamente deceduto mentre era in vacanza con la moglie, come racconta il Corriere di Bergamo. I due figli si sono organizzati immediatamente per partire e raggiungere l'isola greca. In attesa di tutte le verifiche del caso, non è stata ancora comunicata la data di ritorno a casa del feretro: non è ancora certo che possa avvenire entro la fine della settimana.

Yara, torna la pista del cantiere. Il capitano dei Carabinieri: "Credibile"

"In assenza di alternative, penso che possa essere ancora valida. Ma lo si scoprirà solo se si troverà l'assassino". A dirlo, riferendosi alla pista del cantiere nel caso Yara, è Giovanni Mura, il comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo, che dal 16 settembre si trasferirà a Parma con lo stesso incarico, in un'intervista al Corriere di Bergamo. Yara è stata ritrovatanel campo di Chignolo d'Isola: "Vero. Possibile, però, che cani ritenuti attendibili sbaglino? (i cani molecolari che portavano al cantiere, ndr) Lì sono passate molte persone, non solo gli operai che ci lavoravano. Nel cantiere potrebbe anche soltanto essere passato un mezzo che ha caricato Yara poco prima, oppure una persona che con lei aveva avuto a che fare poco prima. I cani fiutano il passaggio della molecola vitale, dovunque essa si sia posata. Non soltanto il passaggio della persona da cui proviene la molecola. Ma siamo nel campo delle ipotesi". Un'indagine molto difficile: "Il telefonino di Yara non dava informazioni, nelle telecamere non c'era nessuna immagine utile, nessun testimone. Lavorare nel nulla completo è un'angoscia. Quando Yara è sparita, abbiamo bussato alle porte di tutte le sue amiche, sperando di trovarla. Ma ogni volta che non la trovavamo, era un colpo". Poi migliaia di segnalazioni tra veggenti, anonimi, mitomani. E sui genitori di Yara: "A volte sono stati loro a darci la forza per proseguire nelle indagini. Spesso li ho osservati in silenzio. Un giorno ho chiesto loro dove trovassero tutto quel coraggio. Hanno risposto: 'Abbiamo altri figli, non possiamo crollare'. Ho cercato Yara come se fosse mia figlia. Ho una ragazzina che ha la sua stessa età".

"Madonna, c'aggio cumbinato!" Le parole di Schettino

"Madonna, c'aggio cumbinato!" Queste le parole che risuonano alle 21.45 di quel maledetto 13 gennaio nella plancia di comando della Costa Concordia. A pronunciarle è il Comandante Francesco Schettino che si è appena accorto di aver sbagliato qualcosa nella manovra davanti all'Isola del Giglio. Poco dopo il maître Antonello Tievoli esprime rammarico per quell'inchino davanti alla sua terra di origine: "Mi sento in colpa!". Questi e altri dettagli sono emersi dall'anticipazione della perizia suppletiva sulla scatola nera della nave, che sarà depositata la prossima settima al Tribunale di Grosseto e integrerà la prima perizia, presentata lo scorso luglio. Da questi dialoghi, in cui si riconoscono le diverse voci che parlano in plancia, si comprendono molti dettagli importanti per le indagini e per stabilire le responsabilità del disastro. Per esempio, la Costa Crociere sapeva dell'inchino. Infatti, già alle 18.27, quindi poco dopo la partenza dal porto di Civitavecchia, il comandante Schettino annuncia "Amm'a fa' l'inchino al Giglio" e poi, alcuni minuti dopo, l’addetto alla cartografia Stefano Canessa dice al primo ufficiale Giovanni Iaccarino: "Giovà, per la pratica hai avvisato?" e lui riponde: "Ah, per il passaggio al Giglio...". Il Comandante si era reso conto di cosa stava succedendo già alle 21.45, ma la frase più rilevante, dal punto di vista processuale è stata pronunciata alle 21.51, appena nove minuti dopo lo scontro con il fondale dell'isola toscana: "E allora stiamo andando a fondo praticamente, non l’ho capito?", chiede Schettino al telefono con il direttore della sala macchina (allagata) Giuseppe Pillon. Alle 21.54 arriva la comunicazione del Capitano ai passeggeri, cercando, però, di minimizzare l'accaduto: "Di' che c'è stato un black out". Alle 21.56 Schettino dice a Roberto Ferrarini, manager delle emergenze di Costa Crociere a Genova: "Roberto ho fatto un casino!... Senti una cosa: io sono passato sotto l’isola del Giglio, qua! È stato il comandante Palombo... mi ha detto 'passa sotto, passa sotto'" Ma alle 22.02 Schettino è ancora convinto di riuscire a recuperare la situazione e alla Capitaneria di Porto di Civitavecchia, che era già stata allertata dai Carabinieri chiamati dalla figlia di una passeggera, dice: "Abbiamo fatto un black out, stiamo valutando... al limite ci mandino un rimorchiatore". Il Comandante è sicuro di riuscire a tenere a galla la nave ancora alle 22.06 quando comunica ancora a Ferrarini: "Allora Robè, non andiamo a fondo, a fondo non ci andiamo...bisogna chiamare qualche rimorchiatore che ci porti via". Dopo meno di mezz'ora, però, Schettino perde il controllo della situazione. Alle 22.29 chiede a Pillon, direttore della sala macchine: "Allora, dobbiamo abbandonare la nave?". Alle 23.31 la sala macchine è ormai allagata e Pillon annuncia disperato: "Noi andiamo sul ponte". Il Comandante temporeggia ancora e Martino Pellegrini, ufficiale di coperta prende in mano la situazione e ordina: "Andate via, andate via..." Intanto Schettino, in un momento di disperazione, telefona alla moglie Fabiola: "Fabì, ho finito la mia carriera di comandante" ma poi la rassicura: "Abbiamo urtato su un basso fondale, la nave si è inclinata ma sto facendo una bella manovra... è tutto sotto controllo". La preoccupazione, però, torna a farsi sentire quando Schettino, ormai pienamente consapevole che la situazione sta precipitando, nell'ultima telefonata a Ferrarini della Costa chiede: "Cosa dico alla stampa? No, no alla stampa... alla Capitaneria... ho detto del black out...la verità...". Alle 23.19 e 24 secondi il Comandante ordina agli ufficiali: "Pigliate le carte... andiamo sul ponte". Una voce chiede se si deve "abbandonare il ponte", ma lui replica: "Non ho detto abbandonare, venite con me". Alle 23.28 e 40 secondi la Guardia costiera di Porto Santo Stefano chiama la plancia, ma dalla Concordia nessuna risposta.

Massacrata una famiglia in auto. Ma la bimba è illesa: è giallo

Un misterioso omicidio di 4 persone, un'intera famiglia, sulle Alpi Francesi si complica ulteriormente. All'interno del veicolo nel quale mercoledi' sono stati ritrovati i cadaveri, e' stata ora scovata una bimbetta viva di 4 anni, che parla inglese, riversa sotto il corpo della madre. "E' rimasta sotto il cadavere per quasi otto ore e non si e' mossa per tutto il tempo"; impossibile trovarla finche' gli uomini della gendarmeria francese non hanno avuto accesso alla scena del crimine, ha spiegato il procuratore di Annecy, Eric Maillaud. Intanto, si comincia a far luce almeno sulla nazionalita delle vittime della sparatoria avvenuta nell'Alta Savoia, a Chevaline vicino al lago di Annecy. Si tratta di una famiglia britannica in vacanza. La bimba e' stata trovata intorno a mezzanotte, nella BMW in cui c'erano i cadaveri degli altri passeggeri. La famiglia era in vacanza in un campeggio sulle rive del lago. L'identita' del padre, che era al volante del veicolo, e' stata stabilita' "in maniera quasi certa"; quella delle due donne nella parte posteriore (madre e nonna della bimba) deve essere ancora confermata "in maniera definitiva", ha aggiunto il procuratore. Sul posto, in totale sono stati trovati quattro cadaveri: oltre al padre e alle due donne nella parte posteriore c'era un ciclista morto davanti alla vettura; mentre un'altra bimba, ferita, e' stata ricoverata in ospedale e versa in condizioni gravi ma stabili. Le vittime sono state scoperte mercoledi' pomeriggio. Vicino all'abitacolo sono state trovati un gran numero di bossoli, a conferma della violenza del fuoco messo in campo.

Suona il clacson, 63enne viene pestato a sangue

Una banale lite finita nel sangue. L'ennesimo episodio di microviolenza quotidiana, questa volta a Mestre, per cui un 63enne ora rischia la vita. Il suo 'errore' fatale? Aver chiesto a dei ragazzi di spostarsi. Il gruppo invece ha reagito con una furia inaudita. Sei ragazzi, fra i 20 e i 25 anni, hanno aggredito l'uomo, prendendolo a pugni e seguendolo fino a casa. Uno di loro, 30enne di Marghera, è indagato per tentato omicidio. Tutto inizia domenica sera, come racconta il Corriere del Veneto, quando l'uomo, in auto con la sorella, stava tornando dalla Mostra del Cinema del Lido. Trova la strada bloccata da un gruppo di ragazzi, che non si muovono. Lui aspetta per un po', poi inizia a suonare il clacson per invitare i ragazzi a sgombrare la carreggiata. Il gruppo gli riga l'auto, tira calci alla carrozzeria, inveisce contro di lui e la sorella. Uno si avvicina al finestrino e rifila al conducente due pugni al volto. L'uomo, spaventato, accelera e cerca di fuggire. I ragazzi lo seguono fino a casa, riescono a entrare nel cortile mentre due di loro si mettono davanti alle fotocellule per bloccare il cancello. Il 63enne viene di nuovo colpito, finché cade a terra. La sorella dell'uomo annota il numero di targa e chiama il 113. In breve la polizia risale ai colpevoli. Inizialmente la vittima viene dimessa dal pronto soccorso con una prognosi di dieci giorni. Ma mercoledì la situazione precipita. Emorraggia cerebrale, probabilmente aggravatsi col tempo. Operato d'urgenza, ora è in coma farmacologico e prognosi riservata.