martedì 30 novembre 2010

Un corsaro Barcellona Umilia il Real Madrid


Regala di tutto il "Super Clàsico", nella insolita collocazione del lunedì sera, prima, durante e dopo il match, ma in campo c'è una sola squadra, il Barcellona, che umilia il Real Madrid e Mourinho, 5-0, e si riprende le luci della ribalta e la testa della Liga. Vigilia a dir poco animata, fra boutade del portoghese, e fin qui tutto bene, e tensioni nel capoluogo catalano (sassaiola al pullman delle merengues), accoglienza dificilotta all'ingresso sul terreno di gioco per gli ospiti, in particolare per l'ex guru dell'Inter, Casillas e Dudek, i protagonisti della pantomina di Amsterdam in Champions, poi, dopo il fischio dell'oggetto della discordia Ituralde Gonzalez, è un "one man show". Sì, perché dietro alla goleada blaugrana c'è sempre lui, Leo Messi. Al via poche sorprese, padroni di casa in formazione tipo, Mou però lascia fuori Higuain, preferendogli Benzema, ma si capisce presto che non è cosa. Soli 6' e la "Pulce" sfiora il colpo da cineteca, conclusione da posizione più che defilata e Casillas salvato solo dal palo. Il Real sembra saper reagire, e Piquè deve fermare Di Maria lanciato a rete, ma è un fuoco di paglia, e al 10' il vantaggio dell'undici di Guardiola arriva, al termine di un'azione fantastica, con Iniesta che serve a Xavi un pallone d'oro, 1-0. Valdes è reattivo su Di Maria due minuti dopo, ma il Barça riparte a testa bassa, numero a tre Xavi-Iniesta-Messi, miracoloso recupero in corner di Carvalho, serve a poco però, perché al 18' il raddoppio è cosa fatta, Xavi senza guardare cambia gioco per Villa che centra per Pedro, Casillas può solo osservare il 2-0. Tutto già in archivio, Benzema ci prova da solo, del resto rifornimenti proprio non gliene arrivano, ma è il portiere e capitano della nazionale spagnola ad evitare il tris alla mezzora, anticipando Pedro. Madridisti nervosi, soprattutto Ronaldo, che per affrettare una rimessa spinge via Guardiola, rissa sfiorata, poi chiede il rigore per un contatto, in effetti dubbio, con Valdes, l'arbitro sorvola, ma fa peggio prima del riposo, ammonendo per simulazione messi steso da Carvalho. Ripresa, Mou ci prova con Diarra per Ozil, del tutto fuori partita (e forse intimorito da una bottiglietta piovutagli vicino al momento di battere un corner), mossa senza frutti, anzi, il tris è nell'aria, altri miracoli di Casillas, su Xavi e Messi, che si vede annullato un gol per offside al 49', il sipario cala al 56', Villa, innescato dall'argentino sul filo dell’offside con un pallone da manuale del calcio, fa centro in diagonale, e si ripete al 59', sempre su magia di Messi. Il Camp Nou è una bolgia, dentro Arbeloa per Marcelo, che non l'ha mai vista, quasi una resa del Real, che colleziona cartellini gialli (Carvalho ne meriterebbe almeno 4 o 5), mentre il pubblico di casa dà il via alla "fiesta" con cori contro Mourinho, che in settimana aveva provocato, dopo la goleada ad Almeria, il Barcellona "Vedremo se ora farà 8 gol anche a noi...". "Accontentato" a metà. Prima della fine Guardiola regala la standing ovation a Villa, a sua volta in odore di Pallone d'Oro, come Iniesta, e solo Casillas, l'ultimo ad arrendersi, evita il peggio su Busquets e sul nuovo entrato Bojan. All'87' intero stadio in piedi per Xavi, che assomiglia molto al più forte centrocampista di sempre in serate come quella del Camp Nou, poi è il turno di Pedro, il buon Pep si toglie la soddisfazione di togliere i marcatori di un big match con una sola grande, non a caso di nuovo in vetta, la prima di Mourinho da "spagnolo" a Barcellona non è esattamente edificante, sarà stato anche un tributo all'inesperienza e alla bolgia catalana del suo baby Real, però così è umiliante.... Anche perché al peggio non c'è fine, in pieno recupero Jeffren, appena entrato, mette la ciliegina sulla torta, agli ospiti saltano i nervii, in pieno recupero entrataccia a quattro su Messi, rosso diretto per Sergio Ramos, stavolta non su consiglio di Mou, che se ne torna a Madrid con cinque schiaffi che faranno pure riflettere, ma per ora fanno solo molto male.

Preso pluriomicida in sicilia


L'uomo arrestato stamane con l'accusa di essere il presunto "mostro di Cassibile" si chiama Giuseppe Raeli ed è un pensionato incensurato di 69 anni . L'uomo ha già lasciato sotto scorta e nel massimo riserbo la caserma del comando provinciale dei carabinieri di Siracusa per essere condotto nel carcere siracusano di contrada Cavadonna dove verrà rinchiuso in isolamento. Le accuse a suo carico sono di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione di arma in relazione ai diversi episodi che gli vengono contestati.
Gli investigatori attendono adesso di valutare quel che emergerà dalle perquisizioni in corso sia nella sua abitazione che in alcuni fondi nella sua disponibilità per verificare se possono essere ricondotti o meno al pensionato anche altri episodi sui quali le indagini sono ancora aperte. Il blitz che ha portato all'arresto del presunto serial killer di Cassibile e stato condotto con il supporto di una trentina di carabinieri. In questo momento sono in corso, anche da parte dei tecnici Ris di Messina, le perquisizioni sia nell'abitazione del pensionato arrestato che in alcuni fondi nella sua disponibilità che si trovano in prossimità della sua abitazione. Tutte operazioni queste che si protrarranno ancora a lungo.
Quanto agli episodi che vengono contestati al pensionato sembra, sempre secondo le primissime indiscrezioni, che possano fare riferimento ad un arco temporale più ristretto rispetto a quello compreso tra il 1996 ed il 2009 sul quale gli investigatori hanno indagato per le diverse vicende che a vario titolo sono state ricondotte alle azioni del cosidetto "mostro di Cassibile".

Suicida il prete pedofilo smascherato dalle iene


Il sacerdote molestatore smascherato dalle Iene si è suicidato gettandosi sotto un treno. E' successo stamattina alle 11 e 30, quando il religioso, dopo aver raggiunto la linea ferroviaria Milano-Brescia nelle campagne tra Masano e Pagazzano, si è lanciato sotto un convoglio in arrivo, morendo sul colpo. Quello dell'uomo, 51 anni, in servizio al Santuario di Caravaggio, era diventato un caso di cronaca perché lo scorso aprile gli inviati della trasmissione di Italia 1 avevano scoperto la sua abitudine ad approfittare di coloro che si rivolgevano a lui per consigli spirituali, sottoponendoli a pesanti molestie.
Le immagini riprese dalla telecamera delle Iene erano impietose e ritraevano il sacerdote mentre faceva avances a un attore che si era finto omosessuale. Anzi, era proprio questo il motivo dell'incontro: trovare una persona a cui confidare le proprie inclinazioni omosessuali. E il religioso era caduto nella trappola, evidenziando comportamenti che la telecamera aveva registrato. Solo due mesi dopo la messa in onda delle riprese si era scoperto che il sacerdote filmato era in servizio al Santuario di Caravaggio. Il prete era stato quindi sospeso dalle sue funzioni e inviato in una comunità di cura. Una situazione che probabilmente il religioso non è riuscito a sopportare. -->

E' morto Mario Monicelli


Il regista Mario Monicelli si e' ucciso lanciandosi dal quarto o quinto piano del reparto di urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato da ieri. Lo rendono noto fonti sanitarie.
Monicelli si e' lanciato dal balcone del nosocomio romano intorno alle 21. Il regista aveva 95 anni ed era ricoverato per un tumore alla prostata. Anche suo padre Tomaso, noto scrittore e giornalista, si era tolto la vita nel 1946. Il corpo di Monicelli e' stato trovato dagli addetti sanitari a terra, disteso nei viali vicino alle aiuole, a pochi metri dal pronto soccorso. Al quinto piano, a una decina di metri di altezza, la finestra con la luce accesa dalla quale si e' lanciato.
Monicelli non ha lasciato nessun biglietto nella sua stanza a spiegazione del suo gesto. Il regista era ricoverato da solo nella stanza del reparto di urologia al quinto piano del San Giovanni. Intorno alle 21, poco dopo essersi sottoposto alla terapia, si e' lanciato nel vuoto. Sul posto e' arrivata la moglie e alcuni amici e famigliari.

lunedì 22 novembre 2010

La Carfagna ci ripensa


''La misura era colma. Ho fatto la mia scelta e sono obbligata ad andare avanti. Quale sarebbe l'alternativa? Vivacchiare, facendo finta di niente? No, mi dispiace, non mi interessa''. E' la posizione di Mara Carfagna, dopo l'annuncio delle sue dimissioni da Pdl, Parlamento e governo di due giorni fa, ribadita in un colloquio con Repubblica.
''Non posso cedere - dice - e' una questione di dignita'''. Ma, aggiunge, ''non voglio la rottura a tutti i costi. Sono disponibile a ricucire, purche' arrivino risposte concrete''. Vero e' che La Russa le ha assicurato ''che tentera' tutte le strade per ricucire lo strappo. Ne prendo atto e aspetto. Sono pronta a tornare sui miei passi - ribadisce - ma solo a condizione che si affrontino seriamente le questioni che ho posto''. Che sono in primis quella del ''termovalorizzatore di Salerno'' che rischia di ''non essere fatto'' e la citta' di ''finire sotto i rifiuti, dopo Napoli''. E su questo primo punto ''non scendo a compromessi''.
C'e' poi la questione di un Pdl ''allo sbando'', che ''rischia di esploderci in mano''. Non deve essere ''uno strumento di potere a vantaggio di pochi capi locali che fanno il bello e il cattivo tempo, perche' questo e' l'andazzo''. A livello regionale e provinciale, denuncia, ''il partito e' governato con sistemi dittatoriali. Ed e' chiaro che su questo c'e' stata una sottovalutazione, se non un avallo, a livello nazionale''. Lei, dice, viene ''delegittimata. Perche' ci sono altri che contano. Perche' sono donna e vorrei vedere cosa sarebbe accaduto se le stesse questioni le avesse sollevate un uomo''.
Ma ''io mi batto per un partito vero, autenticamente liberale e democratico''. Quanto alla frase del premier che l'ha definita ''signora Carfagna'', ''il presidente - dice - non lo interpreto. E' stato criptico ma ha detto la cosa giusta: mi sono sempre comportata da signora, anche in questa vicenda''. Nella quale non tradisce nessuno: ''Non sono candidata a nulla in questo momento. Non sto per trasmigrare da nessuna parte, meno che mai in Futuro e Liberta'. Ma a questo punto non voglio piu' essere tradita dal partito nel quale ho militato e nel quale ho creduto''.

Torturato 10 anni dai colleghi


Dieci lunghi anni di sevizie e torture. Questo ha dovuto subire Daniel, operaio belga oggi 54enne che solo ora è riuscito a trovare la forza di denunciare l'accaduto. La storia arriva dal Belgio dove i video, realizzati dagli stessi colleghi-aguzzini dell'uomo, sono stati trasmessi dai media del paese (la prima denuncia arriva dalle pagine dell'edizione belga di Paris Match), ora sotto choc . Nelle immagini che risalgono al 2002 si vede che Daniel viene legato con dello scotch a un bancale di legno, il viso coperto da insulti scritti col pennarello indelebile, vittima di fellatio simulate. Altre volte è stato rinchiuso in una gabbia, coperto di polvere di talco, spogliato davanti alle colleghe donne, bagnato con acqua ad alta pressione: pollice della mano e legamenti della caviglia rotti.A dare il via a questa infame escalation di violenza fisica, perché di questo si tratta e non solo di mobbing, è stato proprio il suo responsabile, Sebastiano, al quale via via nel tempo si sono aggiunti altri colleghi. Inutili i tentativi di Daniel, impiegato come magazziniere, di segnalare la cosa alla direzione della fabbrica: le sue parole non sono mai state ascoltate. Vana anche la richiesta di aiuto presentata agli uffici di medicina del lavoro. Così lui ha continuato a subire in silenzio. Fino ad ora. Fino a quando non ha trovato il coraggio e la forza di raccontare tutto alla moglie Chantal e alla figlia Sandrine e di denunciare gli abusi. Ora che la cosa è diventata di dominio pubblico e che ha portato 25 persone a essere indagate, la direzione della fabbrica ha fatto sapere anche se troppo tardivamente che si tratta di un "caso isolato". Ma certo questo non la solleva dalla responsabilità quantomento morale di aver ignorato la segnalazione e la richiesta di aiuto fatta da Daniel tempo fa. I sadici colleghi sono però stati tutti licenziati.

Maltempo: allagata mezz'Italia


STRADE ALLAGATE A ROMA, SALE IL LIVELLO DEL TEVERE - La pioggia che sta cadendo ininterrottamente nelle ultime ore nella Capitale ha provocato allagamenti in numerose zone della citta' e un innalzamento dei livelli del Tevere, da ieri monitorato dalla Protezione civile del Campidoglio. ''Il fiume - spiega Tommaso Profeta, vicecapo di Gabinetto e direttore della Protezione Civile di Roma Capitale - e' arrivato a 7,15 metri. L'acqua ha superato le banchine ed e' previsto un ulteriore innalzamento nelle prossime ore''. Decine le chiamate arrivate ai vigili del fuoco che sono intervenuti per liberare le strade da alberi e rami caduti, per allagamenti di sottopassi stradali, soffitte e cantine. Le zone piu' colpite nei dintorni di Roma sono quelle di Montelanico, Marino, Frascati, Velletri, Palestrina, Tivoli e Pomezia. In citta' numerose le chiamate ai pompieri al centro storico, per soffitte e piani terra allagati, e al Tuscolano. Per allagamento e' stato chiuso il sottovia sulla Salaria di via dei Prati Fiscali. La Protezione civile del Campidoglio, a causa delle numerose chiamate, ha messo in campo un numero maggiore di volontari.

A MEZZANOTTE ACQUA ALTA 122 CENTIMETRI - Intorno a mezzanotte a Venezia l'acqua alta ha raggiunto i 122 centimetri sul medio mare rispetto ai 120 centimetri previsti inizialmente dal centro maree del Comune. E' la nona volta quest'anno che il livello supera i 110 centimetri, punta che fa scattare il 'codice arancio' (marea molto sostenuta) e le sirene di allarme in citta', dove vengono prontamente montate le passerelle. Domani e' prevista acqua alta per il terzo giorno consecutivo con punte di 120 centimetri alle 10 e 110 centimetri a mezzanotte. Anche l'anno scorso l'alta marea sommerse Venezia per tre giorni consecutivi nel mese di dicembre, ma in quel caso il livello supero' la punta eccezionale di 145 centimetri, che fece scattare il 'codice rosso. Il 2010 registra comunque gia' un record: quest'anno la marea e' arrivata 162 volte a superare gli 80 centimetri (contro i 125 casi dell'anno scorso) mandando sott'acqua piazza San Marco, una delle parti piu' basse della citta'.

giovedì 11 novembre 2010

Sventato sequestro a Bologna


''Mi portano via il bimbo!''. L'urlo disperato di una madre, che si e' vista tentare di strappare dalle mani il figlio di tre anni, ha attirato l'attenzione di alcuni passanti, che sono intervenuti e hanno messo in fuga l'aggressore. Il tentativo di rapimento e' avvenuto questa mattina a Bologna, in via Albertoni. L'autore, arrestato dalla polizia, e' un trentaquattrenne del Bangladesh, in Italia da 3 anni, ma con il permesso di soggiorno scaduto, tanto che da tempo pare vivesse come clochard.

Padre e figli tentano stupro ragazzina


ROMA, 10 NOV - Un gruppo di rom bosniaci, un padre e i suoi quattro figli, ha sequestrato e tentato di violentare una ragazzina, loro connazionale, di 12 anni. L'episodio e' avvenuto a Roma, in un campo nomadi di via Marchetti, dove questa mattina i carabinieri del nucleo radiomobile della Capitale, avvisati dalla sorella della vittima, sono riusciti ad arrestare uno dei componenti del branco, un ragazzo di 17 anni. Gli altri sono ancora ricercati.

400 sfollati per maltempo nel salernitano


La provincia di Salerno e' la zona piu' colpita dal maltempo in Campania. Sono 400 gli sfollati nelle campagne di Capaccio per lo straripamento del fiume Sele. L'esondazione ha provocato la rottura di una condotta idrica dell'acquedotto del Basso Sele, che serve la zona orientale di Salerno e 14 Comuni tra i quali grossi centri come Battipaglia, Eboli, Pontecagnano ed Agropoli, in totale 500 mila persone. Per il ripristino della rete, danneggiata in un tratto di circa tre chilometri, si prevede un mese di tempo. I danni ammontano a 5-6 milioni di euro. La Protezione civile della Campania sta valutando, con l'assessore Eduardo Cosenza, interventi straordinari per un approvvigionamento idrico minimo della popolazione. Da domani arriveranno autobotti e imbustatrici d'acqua. Si ipotizza la riapertura di vecchi pozzi, anche se la strada piu' percorribile nell'immediato sembra quella del rifornimento, con autobotti, dei serbatoi esistenti nei singoli Comuni.
Nei supermercati di Salerno, intanto, e' gia' scattata la caccia all'acqua minerale. Gli sfollati di Capaccio accusano Verdi ed ambientalisti per aver ostacolato in questi anni la pulizia del letto del Sele e chiedono un'assunzione di responsabilita'. Le coltivazioni della fertile Piana del Sele e gli allevamenti di bufale, invase dall' acque, si sono trasformate in laghi. A non aver retto - secondo la Protezione civile regionale - e' l' intero sistema fognario. Il sindaco di Capaccio Pasquale Marino ha chiesto la dichiarazione dello stato di crisi. Allagamenti anche nell' area sarnese dove non ha retto il sistema di drenaggio. Le forti raffiche di vento e le correnti marine rendono piu' difficile la situazione ostacolando il deflusso dell' acqua in mare.
A Nocera Inferiore, ancora nel salernitano, 1100 persone sono state evacuate a scopo precauzionale nella zona del Vescovado, colpita dalla frana del 2007. In questo caso, pero', si tratta di uno stato di allarme che dovrebbe rientrare nelle prossime ore. Abitazioni e campi allagati anche nel Vallo di Diano ed a Sala Consilina, dove i vigili del fuoco sono intervenuti con elicotteri per salvare tre persone dalle acque del Sele. Sono monitorati gli argini del fiume Volturno, nel casertano, per l' aumentato apporto di acqua del Calore, che nel pomeriggio e' straripato a monte ed a valle del centro abitato di Benevento. Nel napoletano, alla periferia di Castellammare di Stabia, l'acqua del fiume Sarno, straripato, ha invaso Via Cosenza, al Rione San Marco.
Decine di commercianti e piccoli imprenditori hanno protestato per l' allagamento di depositi e locali di lavoro. In via Ripuaria, chiusa al traffico da ieri notte, un automobilista che si era avventurato con la sua auto nella zona e' stato investito dall' onda di piena del fiume Sarno. I vigili del fuoco lo hanno salvato, trascinando l' auto all' asciutto e la polizia municipale lo ha multato subito dopo. Nel Golfo di Napoli sono ripresi i collegamenti dei traghetti, mentre il mare forza 5 blocca ancora gli aliscafi. Annullato il collegamento via nave Napoli-Cagliari. A Napoli, dove ha smesso di piovere da questa mattina, i vigili del fuoco hanno effettuato una quarantina di interventi di soccorso e stanno smaltendo l' arretrato. La Protezione civile segnala un miglioramento del tempo per la giornata di domani.

Il toro lo lascia in mutande


Per sopravvivere all'attacco di un toro scatenato, si sa, serve una buona dose di... fortuna. Ma un torero colombiano sperava di non dover mostrare al pubblico della Plaza de toros come fosse fatta la sua. Invece, un'incornata del possente bovino ha aperto uno squarcio proprio là dove tradizionalmente non batte il sole, rendendolo uno zimbello del web.Il fatto è accaduto nel corso di una affollata corrida, durante la quale l'irruenza del toro ha avuto la meglio sulla perizia dell'uomo. Il torero è caduto a terra sotto i colpi dell'animale e ha subito un paio di incornate. Che sembravano aver mancato il bersaglio, almeno finché il torero non s'è alzato e si è scostato dalla minaccia. A quel punto gli spettatori non hanno potuto evitare di notare che l'uomo si teneva una mano sul retro dei pantaloni e, capito il motivo, hanno iniziato a ridacchiare.Lo scontro con il toro, come hanno rivelato le immagini, aveva infatti procurato un taglio nei pantaloni (e nelle mutande, se le portava) del torero, che ne lasciava in bella vista i glutei. Fortunatamente, mentre i colleghi tenevano impegnata la bestia, l'uomo è riuscito a legarsi in vita un pudico drappo per riprendere il confronto. Non si sa a chi sia andata la vittoria finale, ma di certo nessuno dei due protagonisti potrà essere facilmente dimenticato.

mercoledì 10 novembre 2010

Maltempo danni nel salernitano


SALA CONSILINA (SALERNO), 10 NOV - La violenta ondata di maltempo ha provocato lo straripamento del Tanagro e del Sele, trasformando il comprensorio a sud di Salerno un grande lago. Moltissimi i fabbricati allagati. Strade impercorribili, alberi abbattuti. Salvate 6 famiglie bloccate in casa dal fango a Sala Consilina. Nel comune di Capaccio-Pestum circa 300 persone sono state evacuate dalle loro abitazioni. La furia dell'acqua ha invaso colture e i piani bassi delle abitazioni.

Prete beccato a letto con amante incinta


Certo di essere tradito un giovane peruviano di San Andrés (Trujllo) ha deciso di passare dalla parole ai fatti. Armato di videocamera è entrato nelle stanze della sua parrocchia (Iglesia de la Medalla Milagrosa), ha sorpreso in flagrante la moglie, incinta di 4 mesi, a letto con il prete e poi ha ceduto il filmato al network América Tv. In men che non si dica lo scandalo sessuale è diventato un vero e proprio caso e il video è finito in rete.
«Riconosco di aver sbagliato, si calmi» si sente dire il religioso al pover'uomo. «Come faccio a calmarmi se ho appena visto mia moglie con un altro e per di più un sacerdote!». «Sono caduto in una trappola» si è allora difeso il sacerdote, subito identificato come José Antonio Boitrón Solano. Ancora più grottesca la versione di lei, Tedolinda Amaya Altamirano, che non solo ha accusato il prete di averla molestata - «Ha abusato di me, mi costringe a soddisfare i suoi desideri da almeno un anno» - ma ora chiede che lui riconosca formalmente il bambino che porta in grembo.
Il fatto risale allo scorso settembre ma nonostante tutto il prete non ha mai interrotto la propria attività pastorale, ha rivelato América Tv nel dare a notizia: non solo continua a dire messa ma impartisce la comunione ai fedeli.

Morta romena: nuovo video difesa


L'avvocato di Alessio Burtone, il difensore del romano in carcere per avere con un pugno causato la morte dell'infermiera romena Maricica Hahaianu, ha depositato oggi al Tribunale del Riesame un video dell'aggressione avvenuta l'8 ottobre scorso. ''In quelle immagini - ha detto il legale - c'e' la prova che Maricica muoveva braccia e gambe e che ascoltava quel che le veniva detto. Forse se non avesse aspettato tanto l'arrivo dei soccorsi avrebbe potuto salvarsi''. Il tribunale si e' riservato sulla richiesta di remissione in liberta', o agli arresti domiciliari. Il pubblico ministero, in aula, ha chiesto la conferma dell'ordinanza di custodia. Rispetto alla istanza per l'incidente probatorio il gip decidera' quasi certamente entro la fine della settimana.
Trascorsero 17 minuti dal momento dell'aggressione da parte di Alessio Burtone all'arrivo di operatori del 118 che prestarono soccorso a Maricica Hahaianu, l'infermiera romena morta poi dopo sette giorni di coma. Il dato è emerso dal video, mostrato oggi ai giornalisti dall'avvocato di Burtone, Fabrizio Gallo, ripreso da una telecamera a circuito chiuso posta all'interno della stazione metro di Anagnina che riprese la scena dopo il colpo al volto ricevuto dalla donna. Dal video è impossibile stabilire quando fu fatta la telefonata alla centrale operativa del 118. Stando all'orario che appare nel video, l'aggressione si consuma alle 16,35: la donna crolla a terra, Burtone si allontana di alcuni metri ma viene poi fermato da un sottufficiale della Marina, Manuel Milanese. Alle 16,39 Maricica, avvicinata da Milanese, muove un braccio, una gamba e anche la testa. Nei minuti successivi, mentre una piccola folla l'attornia (compreso lo stesso Burtone) l'infermiera gesticola e sembra anche scambiare alcune parole. Alle 16,50 dalle immagini sembra che a Maricica venga sollevato il busto, una manciata di secondi dopo arriva il personale del 118, sono le 16,52. Dopo un minuto, la donna viene portata via in barella.

Sabrina gelosa di Sarah


In un interrogatorio del 20 ottobre scorso Ivano Russo, l'amico di cui Sarah e Sabrina erano infatuate, ha raccontato agli investigatori che Sabrina il 20 agosto avrebbe tentato di allacciare con lui una relazione sentimentale, ma il giovane l'avrebbe respinta. Lo riporta sul suo sito Internet Nuovo Quotidiano di Puglia, riferendosi ai verbali depositati oggi al tribunale del riesame dalla Procura che indaga sull'uccisione di Sarah Scazzi. L'episodio sarebbe avvenuto di sera. Ivano e Sabrina si sarebbero appartati in auto alla periferia di Avetrana. Dopo quell'episodio, secondo gli investigatori, i rapporti tra Sabrina e Sarah sarebbero precipitati. MISSERI,SABRINA MI DISSE 'E' SUCCESSO UN GUAIO' - Quel pomeriggio del 26 agosto, quando Sarah Scazzi venne uccisa, Sabrina Misseri svegliò il padre che dormiva in casa su una sedia a sdraio e gli disse che era successo "un guaio in cantina". E' quanto Michele Misseri avrebbe raccontato il 5 novembre scorso in carcere agli inquirenti nell'interrogatorio in cui ha addossato la responsabilità del delitto a Sabrina. Un riassunto dell'interrogatorio è stato fornito stasera nella trasmissione Matrix su Canale 5.
"IN GARAGE LA VIDI CON CORDA O CINTURA AL COLLO" - "Quando scesi in garage vidi il corpo di Sarah che aveva una corda attorcigliata più volte al collo. Non escludo che fosse una cintura". Lo ha detto Michele Misseri nell'interrogatorio di venerdì scorso in cui ha accusato la figlia Sabrina di aver ucciso la cugina Sarah Scazzi. Alcune parti dell'interrogatorio, i cui verbali sono stati depositati oggi nell'udienza del tribunale del Riesame sul ricorso per la scarcerazione di Sabrina, sono state diffuse stasera nella trasmissione Matrix di Canale 5.
"SABRINA DISSE DI LEI 'MI DAVA FASTIDIO'" - "Tanto mi dava fastidio". Così Sabrina Misseri avrebbe risposto al padre Michele dopo che questi aveva appena scoperto il corpo di Sarah nel garage di casa. Lo ha riferito lo stesso contadino nell'interrogatorio del 5 novembre scorso, di cui la trasmissione Matrix ha dato stralci stasera. Misseri ha aggiunto che sarebbe stata la figlia a raccogliere le scarpe infradito della cugina per farle sparire.

lunedì 8 novembre 2010

Il Moige bacchetta la D'Urso


Il Movimento Italiano Genitori si scaglia contro la trasmissione per il caso Scazzi, che sì è stato strumentalizzato da tutte le trasmissioni, ma ha toccato il fondo proprio su Canale5
«Per quanto riguarda la cronaca ci occuperemo per gran parte della trasmissione della povera Sarah. Abbiamo la conferma quindi lo dico per primi a voi del Tg5, avremo con noi le due cugine, Sabrina e Valentina. le due cugine di Sarah che sono, io credo anche ingiustamente, in questo momento anche accusate. O forse sono vittime. Ci racconterà Sabrina la sua verità» così Barbara D'Urso introduceva la puntata di Domenica 5 che da lì a poco sarebbe andata in onda il 10 ottobre. E così è stato: dalle due ragazze si è passato alla lettura dei verbali, alle dichiarazioni dell'interrogatorio di garanzia in cui Michele Misseri raccontava fatti e modalità (compreso l'occultamento del cadavere), fino ad arrivare a Ivano, il ragazzo di cui si erano invaghite sia Sarah che Sabrina.
Una vergogna, dice il Moige che in una nota fa sapere, dopo aver elaborato i dati del proprio Osservatorio relativi al mese di ottobre: il caso Scazzi è stato strumentalizzato da tutte le trasmissioni ma il peggio è stato raggiunto proprio da Domenica 5 che «ha intervistato addirittura una ragazza minorenne amica di Sarah. Nessun tipo di rispetto, quindi, per la vittima di questa tragedia, sfruttata al massimo per mere ragioni di auditel».
Ma il Moige va oltre e bacchetta la D'Urso anche per l'intervista «sempre in piena fascia a protezione specifica – a una coppia che si è soffermata su discutibili particolari di comportamenti sessuali alla presenza di due bambini in studio, i figli della coppia stessa, e di migliaia di altri bambini spettatori da casa. Gravi le violazioni, quindi, sia riguardanti i minori telespettatori sia riguardanti la presenza di minori in trasmissioni televisive».
La D'Urso è in buona compagnia: nella lista nera del Moige sono finiti Terra ribelle, Chi ha incastrato Peter Pan, La Ladra - «che benchè adatta alla prima serata della domenica, fa passare come accettabili il furto e altre azioni compiute dalla gang guidata da Veronica Pivett»i - e My name is Earl. Promossi invece Ho sposato uno sbirro 2, I migliori anni, X-Factor, Il Bandito e il Campione e Cose dell’altro Geo.

Bacio Gay collettivo


Circa 200 gay e lesbiche si sono scambiati un 'bacio di protesta' mentre papa Benedetto XVI usciva dall'Arcivescovado di Barcellona. Il 'bacio collettivo' e' avvenuto sulla piazza della cattedrale, a poca distanza dall'auto di Benedetto XVI, diretto verso la Sagrada Familia.Dal gruppo sono partiti anche fischi e grida di contestazione rivolti al Pontefice per protestare contro le posizioni del Vaticano sull'omosessualita'. Il gesto era stato annunciato dalle associazioni gay-lesbiche.

Misseri ennesima verità


Sarebbe stato il principale protagonista dell'inchiesta, Michele Misseri, a decidere in un attimo di proteggere la figlia Sabrina che poco prima aveva strangolato la cugina Sarah dopo un litigio nel garage di casa, assumendosi l'incarico di nascondere il cadavere. ''Me la vedo io'' avrebbe detto a Sabrina, dopo aver espresso parole di pieta' nei confronti di quella ''piccola'' nipote di 15 anni il cui corpo giaceva a terra in garage.
Lo stesso Misseri che poi, quando si allontana alla guida della sua Seat Marbella con il terribile fardello coperto da un cartone nel bagagliaio, prima di raggiungere un podere appartenuto alla famiglia in contrada Mosca, abusa del cadavere sotto un grande albero di fico a poche centinaia di metri dal pozzo nel quale il corpo di Sarah verra' nascosto.
Ed e' ancora Misseri, nelle dichiarazioni spontanee rese agli inquirenti venerdi' scorso in carcere, che indica una nuova arma del delitto: Sarah aveva stretta al collo una cintura da abbigliamento, non una corda come aveva riferito fino ad oggi. La terza versione del contadino di Avetrana e' da ore sottoposta al vaglio di nuovi accertamenti ed esami da parte degli inquirenti, a cominciare proprio dall'arma del delitto.
Misseri ha indicato che la cintura che avrebbe usato Sabrina e' quella di cuoio e di colore grigio rimasta nel bagagliaio della sua auto, forse usata anche successivamente al delitto dal contadino durante i lavori in campagna. Una cintura che spesso l'uomo lasciava nel garage di casa. Nella perquisizione compiuta ieri in casa Misseri, in via Deledda ad Avetrana, i carabinieri hanno sequestrato altre 49 cinture da uomo e da donna. Tutte, piu' quella prelevata dalla Seat Marbella che era sotto sequestro dal giorno in cui Misseri si era accusato del delitto di Sarah (7 ottobre), sono state esaminate esternamente oggi nel comando provinciale dei carabinieri di Taranto dal medico legale Luigi Strada, che ha eseguito l'autopsia sul corpo della ragazzina.
Molte cinture, per diametro e lavorazione, potrebbero essere a prima vista compatibili con i segni di strangolamento rilevati sul collo di Sarah nell'esame autoptico. Spettera' ai carabinieri del Ris di Roma, ai quali verra' consegnata nelle prossime ore almeno la maggior parte delle cinture sequestrate, trovare qualche elemento che dia una certezza sull'arma del delitto.
E nel verbale di sequestro delle cinture c'e' una indicazione importante: a Misseri la Procura di Taranto contesta anche il reato di violenza sessuale per le presunte molestie che l'uomo avrebbe rivolto alla nipote quindicenne e delle quali si era accusato l'8 ottobre scorso dinanzi al gip del Tribunale di Taranto.
L'ultima versione sull'omicidio fornita da Michele Misseri fa comunque discutere e aprirebbe, se trovasse elementi precisi di riscontro, nuovi scenari: ad uccidere Sarah e' stata Sabrina, il padre in quei frangenti stava riposando in casa, l'arma del delitto e' una cintura d'abbigliamento e il contadino, prima di occultare il cadavere, ne ha abusato, confermando dunque la parte piu' orribile del racconto.
Quel pomeriggio del 26 agosto, e' stato l'ultimo racconto di Misseri, Sabrina avrebbe atteso dinanzi a casa la cugina, con la quale aveva appuntamento per andare al mare insieme a Mariangela, per chiarire forse i rapporti con l'amico comune di comitiva Ivano, del quale la stessa Sabrina, a detta anche delle sue amiche, sarebbe stata molto gelosa. Sabrina avrebbe convinto Sarah ad entrare in garage dove la discussione sarebbe degenerata, tanto che Sabrina avrebbe perso la testa strangolando alle spalle la cugina con una cintura che si trovava li'. A quel punto Sabrina sarebbe corsa in casa svegliando il padre che riposava. ''Vieni subito'' gli avrebbe detto, facendo capire che era accaduto qualcosa di molto grave. In garage, trovato il corpo di Sarah, papa' Misseri avrebbe detto a Sabrina che avrebbe pensato lui a nascondere il cadavere, mentre la figlia usciva in strada per incrociare Mariangela che stava arrivando in auto.
Quando Sabrina e Mariangela si sarebbero allontanate da via Deledda, dopo un paio di giri infruttuosi alla ricerca di Sarah, Misseri avrebbe portato il cadavere, caricato nel bagagliaio dell'auto, in campagna, violentandolo prima di occultarlo. Per calare nel pozzo il corpo, il contadino lo avrebbe legato al collo e ai piedi con una grossa corda, poi sfilata e portata via: sarebbe la stessa corda, ha detto Misseri, trovata ieri dai carabinieri nella Opel Astra della moglie, Cosima Serrano. Questa terza ricostruzione completa fatta dal contadino in un mese è davvero quella definitiva?

Trovatoi corpo donna scomparsa


E' stato trovato questa sera il corpo di Marina Patriti, la casalinga di cui non si avevano piu' notizie dal febbraio scorso. Per la sua morte sono in carcere, da venerdi' scorso, tre persone. Il cadavere era a Sant'Ambrogio, in valle di Susa (Torino) in un'area di cantiere non lontano dall'abitazione di Maria Teresa Crivellari, la donna arrestata con i due complici e accusata dell'omicidio.

sabato 6 novembre 2010

In fiamme il bambin gesù


"Sono state concluse con successo e tempestività le prime fasi delle operazioni per riportare alla completa normalità l'attività del padiglione Pio XII dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù interessato da un incendio nel primo pomeriggio". Lo comunica, in una nota, l'ospedale spiegando che "i 118 pazienti presenti al momento dell'incendio nel padiglione sono stati riallocati all'interno delle altre unità operative dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Successivamente, per 6 di essi, in funzione di opportunità logistiche, è stato disposto il trasferimento in altre strutture del territorio che, dal primo momento hanno manifestato piena disponibilità e collaborazione". "Dopo le prime cure prestate presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale, 28 dipendenti, 5 addetti alle pulizie e 7 genitori sono stati trasferiti - si legge ancora nella nota - in altre strutture sanitarie del territorio per essere sottoposti ai controlli sanitari previsti in caso di esposizione al fumo e al momento presentano un quadro clinico non preoccupante". "La straordinaria tempestività nel prestare i primi soccorsi da parte del personale medico, infermieristico e tecnico amministrativo, assistito da alcuni genitori dei bambini ricoverati, ha consentito - conclude la nota - di circoscrivere gli effetti dell'incendio, evitando così conseguenze per i bambini ricoverati. Al momento sono ancora in corso le verifiche tecniche per accertare la causa dell'incendio".
Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano e' andato in vista all'ospedale

Michele Misseri: E' stata Sabrina ad ucciderla


Michele Misseri, secondo indiscrezioni, avrebbe nelle ultime ore addossato le maggiori responsabilita' nell'uccisione della nipotina Sarah Scazzi alla figlia Sabrina, limitando il proprio ruolo nella vicenda alla fase dell'occultamento del cadavere. Lo avrebbe fatto nell'interrogatorio durato oltre cinque ore in carcere, ieri, dalle 16 circa alle 21, dinanzi ai pm titolari dell'inchiesta, Mariano Buccoliero e Pietro Argentino, procuratore aggiunto, e poi anche dinanzi al procuratore della Repubblica, Franco Sebastio.
Non si sa per ora se Michele Misseri abbia tirato in ballo altre persone, ma pare che non sia cosi'. Avrebbe d'altro canto detto di non aver stuprato il corpo della piccola Sarah gia' morta, cosa che invece aveva confessato nei primi interrogatori. Resta da chiarire se sia stato confermato che il delitto e' stato commesso nel garage di casa Misseri.
D'altro canto negare la violenza oggi e' quasi facile: la violenza sul corpo di Sarah negli esami compiuti dal medico legale incaricato dalla procura, Luigi Strada, non era stata accertata a causa delle condizioni del corpo rimasto in acqua per oltre 40 giorni, e quindi ormai saponificato. Lo stesso Strada aveva prelevato tracce di materiali organici per tentare di accertare l'eventuale violenza sessuale attraverso esami piu' complessi, sottolineando tuttavia in dichiarazioni pubbliche che probabilmente neppure questi esami avrebbero potuto accertare la violenza proprio per la precarieta' delle condizioni del cadavere.
Gli esami sono ora in corso da parte dei carabinieri dei Ris, ma secondo primi risultati resi noti nei giorni scorsi - sempre da indiscrezioni - la violenza non verrebbe accertata. D'altro canto, gia' diversi giorni fa il difensore di Misseri aveva riferito pubblicamente che il suo assistito intendeva ritrattare la seconda parte della confessione fatta nella notte tra il 6 e il 7 ottobre: era proprio la parte riguardante il presunto stupro del cadavere. Eppure, in una delle primissime versioni che ha trovato poca attenzione da parte degli organi di informazione, Michele gia' aveva tentato di 'attenuare' la propria responsabilita' nella violenza sessuale sul cadavere: accuso' proprio la piccola vittima in un certo senso di una 'provocazione'.
Infatti, il 7 ottobre 2010, alle 13.00 circa, sentito dal medico legale incaricato dalla procura degli esami autoptici, Lugi Strada, riferi' ''per la prima e unica volta, di essere stato toccato ai fianchi dalla piccola Sarah, per poi strozzarla una volta essersi girata immediatamente dopo''. Ieri pomeriggio, ad ogni modo, e' stato Misseri a chiedere di essere sentito dai pm inquirenti, che pure nei giorni scorsi avevano fatto sapere di non volerlo sentire solo per la ritrattazione dello stupro: la procura ha aderito con urgenza alla richiesta dell'indagato, avendo evidentemente inteso che Misseri voleva andar oltre la ritrattazione della violenza sessuale.
La nuova svolta nell'inchiesta sul delitto della quindicenne di Avetrana e' arrivata dopo che Misseri aveva parlato per un paio d'ore con il suo legale d'ufficio, Daniele Galoppa, e con la consulente di quest'ultimo, la criminologa Roberta Bruzzone. Tra le 15 e le 15.30, nel carcere di Taranto sono arrivati ufficiali dei carabinieri, il procuratore aggiunto, Pietro Argentino, il sostituto procuratore Mariano Buccoliero, la squadra di polizia giudiziaria. Un paio d'ore dopo ha varcato l'ingresso della casa circondariale anche il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, accompagnato dal comandante provinciale di Taranto dei carabinieri, col.Giovanni Di Blasio.
Nulla di ufficiale e' trapelato sul contenuto delle dichiarazioni spontanee che Misseri ha voluto fornire agli inquirenti. Pero' non ci sono molte alternative a quanto le indiscrezioni rivelano: infatti, appena uscito dal carcere il difensore di Misseri e' in diretta telefonica con la trasmissione Mediaset 'Quarto Grado': ''Ci si puo' aspettare rivelazioni clamorose dall'interrogatorio di Michele Misseri?'', chiede il conduttore, Salvo Sottile. ''Si'', risponde l'avv.Galoppa. Il legale aggiunge di non poter dire altro, ''perche' cosi' siamo rimasti d'accordo con gli inquirenti''.
''Saprete tutto la prossima settimana'', aggiunge il difensore, spiegando poi che Michele Misseri ''sta benissimo'' e ''intende andare fino in fondo''. L'ennesimo interrogatorio-fiume di Misseri cade a tre giorni dall'udienza dinanzi al tribunale del Riesame di Taranto nella quale verra' discusso il ricorso presentato dai legali di Sabrina, gli avvocati Vito Russo e Emilia Velletri, per far annullare l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Taranto Martino Rosati nei confronti della giovane, detenuta nello stesso carcere con le accuse di sequestro di persona e concorso in omicidio. E' difficile che di fronte alle nuove dichiarazioni di Michele Misseri - sia che esse restino secretate sia che diventino pubbliche - il tribunale del Riesame decida di scarcerare Sabrina Misseri.

venerdì 5 novembre 2010

Gerrard distrugge il Napoli


Il Napoli cade per 3-1 ad Anfield Road contro il Liverpool nella gara della grande illusione. Dopo un primo tempo magistrale, concluso in vantaggio grazie ad un gol di Lavezzi, gli azzurri crollano nella ripresa al cospetto di capitan Gerrard, autore di una tripletta. La squadra di Mazzarri si traveste da Liverpool nel primo tempo ad Anfield Road. Gli azzurri non si fanno intimidire dall'avvio inglese e schiacciano i padroni di casa nella loro metà campo. E’ Lavezzi l’uomo in più per i Reds: l’argentino al 20’ inventa per Cavani che manda alto sopra la traversa, al 24’ sfiora il palo con un destro dal limite. I partenopei sono compatti, attenti dietro e devastanti nelle ripartenze in avanti: al 28’ arriva il meritato vantaggio: Poulsen combina un pasticcio e perde il pallone, Cavani di testa serve il Pocho che scattato sul filo del fuorigioco entra nell’area dei Reds e con un rasoterra non lascia scampo a Reina. Furiosa la reazione dei britannici, che si fanno pericolosi con Johnson e Ngog senza successo nel finale di tempo. Nella ripresa Hodgson butta nella mischia capitan Gerrard, il Liverpool si riorganizza e il Napoli comincia a soffrire dietro. De Sanctis salva di piede su Ngog, Meireles sbaglia da pochi metri a tu per tu con l’estremo difensore partenopeo. Gli azzurri, schiacciati dalla furia agonistica degli avversari, abbassano troppo il baricentro e al 29’ sono puniti da Gerrard. L’immarcescibile capitano dei Reds, che due minuti prima su punizione aveva già sfiorato il pari, approfitta di un clamoroso errore di Dossena. Il retropassaggio troppo corto dell’ex Liverpool si trasforma in un assist per il nazionale inglese, che come un rapace si fionda sul pallone e batte De Sanctis. Il Napoli ha una crisi di nervi (Aronica rischia l’espulsione con un brutto intervento) e nel finale Gerrard completa il sorpasso segnando prima su rigore e poi in contropiede. 3-1 e azzurri a casa a testa bassa. Ora la qualificazione è più lontana.

Il ritorno di Francesco Nuti


Non riesce ancora a parlare bene - nell'intervista rilasciata al settimanale Chi è stato aiutato da una logopedista - ma ha una gran voglia di tornare Francesco Nuti. «Penso di avere ancora tanto da dare, anzi posso dare ancora tutto ». Era il 2 settembre 2006 quando cadde nella sua casa ai Parioli battendo la testa: rimase in coma per due mesi e subì tre operazioni al cervello prima di iniziare un lungo e faticoso processo di riabilitazione. I messaggi di confrorto non sono mancati ma più che dai fan si è sentito dimenticato dal mondo dello spettacolo. Chi l'ha lasciato solo? «Un po' tutti. Sono stato sepolto dal silenzio. Quest'ambiente purtroppo è così».
Prima il suo mondo era fatto di successo e bellissime donne (sono quelle che gli sono mancate di più ha rivelato), oggi tutto ruota intorno alla terapia, allafamiglia («Mio fratello Giovanni e mia madre») e alla figlia Ginevra, avuta dall'ex moglie Annamaria Malipiero, che all'epoca dell'incidente aveva 7 anni. «Ginevra è la mia luce. Mi viene a trovare una volta al mese. Tutti gli altri giorni sono in attesa del giorno in cui viene Ginevra». «Quando sto con lei sono felice. Che cos'è il successo non lo so ma la felicità sono le ore che passo con mia figlia».
«Mi impegno per rimettermi in piedi. Lotto» con una forza di volontà che ha scoperto di avere dopo l'incidente. «Sono stato a un passo dalla morte e ho capito che era ora di affrontare la vita». Nel cassetto ha anche dei progetti per il cinema : erano pronti già quattro anni fa e ora spera solo di trovare qualcuno disposto a realizzarli. Oggi è un nuovo Francesco Nuti: «Sì, un Francesco che vuole tornare presto portandosi dietro tutte le cose buone del vecchio Francesco più la nuova voglia di combattere» -->

Berlusconi non lascia


Silvio Berlusconi offre l'ultimo ramoscello di ulivo a Gianfranco Fini: un patto di legislatura che eviti l'unica alternativa possibile ad una eventuale crisi, ovvero il voto anticipato. Appello che trova la gelida risposta di Futuro e Liberta' che boccia come ''tardiva'' e ''deludente'' l'apertura del premier.
Ma e' in commissione Bilancio della Camera che si misura il reale stato di salute nel centrodestra, e la diagnosi appare allarmante: il governo, complice il voto dei finiani, va sotto su un emendamento alla legge di Stabilita'.
Segno che ormai l'asse dei futuristi con le opposizioni non e' piu' limitato alle dichiarazioni ma si e' consolidato in Aula. Segnali che, messi tutti insieme, danno forza all'opinione - ormai ampiamente maggioritaria nel Pdl - che ormai il voto anticipato sia l'opzione piu' probabile. Cio' nonostante gli sforzi di Berlusconi di salvare in extremis la legislatura.
Tentativi iniziati in nottata quando davanti all'insistenza delle 'colombe' (ormai preponderanti fra ministri e dirigenti, rispetto ai 'falchi' rappresentati in massima parte dagli ex di An), il Cavaliere ha accettato di inserire nell'intervento della Direzione Nazionale il suo appello.
''Va bene, faccio come dite, ma sappiate che a questa cosa non ci credo: Fini un accordo non lo vuole...'', ha detto Berlusconi. Qualche ora dopo, lo stesso premier si ritrova all'Altare della Patria con il presidente della Camera. Prima evita l'incontro, poi prende l'iniziativa, stringe la mano a Fini e inizia a parlare. Si sfoga sulle recenti inchieste, parla del caso Ruby, si dice incredulo. Forse parlano anche d'altro. Il tutto dura pochi minuti, ma e' un modo per rompere il ghiaccio.
Nel primo pomeriggio, il Cavaliere si presenta davanti a dirigenti, parlamentari ed eurodeputati. Rivendica le tante cose fatte al governo, dice di essere pronto a fare ''5 passi avanti'' (un riferimento ai punti programmatici) ma nessun passo indietro; chiede compattezza al partito di fronte agli attacchi di media e pm ed ipotizza che dietro l'inchiesta di Palermo sulla escort Nadia Macri' ci sia una ''vendetta della malavita''; assicura che le ''ondate di fango'' non lo fermeranno e che l'unico a poterlo fare e' ''il popolo'' attraverso il voto.
Ma e' sul rapporto con Fini e le sue truppe che verte il fulcro del suo discorso: ''Se Futuro e Liberta' ritiene esaurita l'esperienza di questo governo lo deve dire subito e con chiarezza perche' noi siamo pronti ad andare subito alle urne; se invece vuole andare avanti siamo pronti a realizzare un patto di legislatura''.
Il premier non si limita a riconoscere la creatura politica di Fini, si dice anche ''disponibile a prendere atto di una diversa offerta politica nell'ambito del centrodestra''. Non solo. Denis Verdini spiega che e' pronto a sedersi al tavolo per incontrare il leader di Fli, perche' certe cose non possono essere lasciate agli 'ambasciatori'. Ma l'offerta, il massimo che si poteva fare per Berlusconi, lascia del tutto indifferente Fini. Le colombe di Fli - da Menia a Moffa, da Ronchi a Viespoli - sottolineano il riconoscimento del Cavaliere. Ma il presidente della Camera, che preferisce tenere coperte le sue carte in attesa di Perugia, lascia che sia Italo Bocchino a parlare per lui. E le sue non sono certo frasi distensive. Quello del premier e' un discorso ''deludente, figlio della debolezza'', attacca il capogruppo di Fli, che ammonisce: ''Dopo Perugia nulla puo' restare come adesso''.
Ma lo scetticismo notturno del Cavaliere su Fini ha trovato altre e ben piu' amare conferme nel voto di Fli in Commissione Bilancio. ''Si sono messi contro Tremonti e, di conseguenza, la Lega'', e' l'analisi di un dirigente del Pdl. Carroccio che tuttavia, almeno per ora, continua a fare da sponda al Cavaliere.
''I finiani non possono altro che parlare, non hanno il coraggio di rompere perche' hanno paura del voto'', spiega Umberto Bossi. Ma in serata, a palazzo Grazioli, prevale il pessimismo: Fini non rompera' perche' lo mollerebbero in troppi, ma non fara' nemmeno accordi; vuole solo guadagnare tempo, logorare il governo in attesa di un'inchiesta che mi spazzi via. Per questo, con la Lega che scalpita e che dopo il federalismo potrebbe sfilarsi, al momento l'obiettivo piu' realistico di Berlusconi resta uno solo: fare in modo che la responsabilita' della rottura cada unicamente sulle spalle dell'ex alleato.

giovedì 4 novembre 2010

Il Milan non accetta regali 2-2


I primi venti minuti di gioco rappresentano una grande sofferenza per i padroni di casa, messi sotto tatticamente e non solo dagli avversari: Higuain, Pepe, Xabi Alonso e Di Maria bussano alla porta di Abbiati, ma con poca precisione. Al 20' il gol ospite sembra cosa fatta, ma Pirlo si supera, salvando per due volte nei pressi della riga, a portiere battuto, prima sul colpo di testa di Higuain, che sovrasta Abate, e poi sulla conclusione di Carvalho. Scampato il pericolo, gli uomini di Allegri mettono la testa fuori dal guscio, ma Ibra, solo, ma da posizione decentrata, si fa iponotizzare da Casillas. Lo stesso svedese, dopo una sceneggiata di Cristiano Ronaldo, ha un'altra chance, ma il suo pallonetto è fuori misura. A fine tempo, gli ospiti passano. Sergio Ramos serve Di Maria, assist in verticale dai 20 metri per Higuain, solo ai 9 metri: l'argentino controlla e di destro non lascia scampo ad Abbiati. Si riparte con il Milan sotto e con il Real in controllo, al quarto d'ora, allora, Allegri toglie Ronaldinho, che esce scuotendo la testa, e immette Inzaghi. I rossoneri rischiano grosso con Abate, che nel giro di due minuti commette due falli da ammonizione su Ronaldo: la prima volta Webb l'ammonisce, la seconda lo grazia. A metà tempo i padroni di casa pareggiano. Pepe si fa scappare Ibrahimovic, che mette in mezzo da sinistra: Casillas cerca di andare in presa, ma mette sulla testa di Inzaghi, che ringrazia e depone in fondo al sacco. I madrileni si ributtano all'attacco, ma l'Inzaghi show non è finito: a dargli una mano, al 34', è il guardalinee, che lo lascia scattare con un fuorigioco di circa un metro su lancio di Pirlo. Al cospetto di Casillas, ancora una volta non esente da colpe, il bomber piacentino lo beffa con una conclusione che va lentamente a infilarsi in rete. Il Milan, però, si fa male da solo: al 49', Pedro Leon batte Abbiati e fissa il punteggio sul 2-2 finale.

Ancora feriti a Terzigno


Un funzionario della Digos e 4 agenti della polizia sono stati colpiti da pietre e oggetti contundenti lanciati dai manifestanti a Taverna del Re. Due manifestanti sono rimasti contusi durante la carica della polizia per aprire un varco ai camion carichi di rifiuti. Le forze dell'ordine hanno poi deciso di allontanare all'improvviso i manifestanti che sono dinanzi al sito di stoccaggio. La polizia ha sollevato di peso alcune persone sedute a terra e ha poi spinto i manifestanti verso la strada.

D'Alema: Copasir convoca premier sulla sicurezza


Il Copasir ha chiesto al premier Silvio Berlusconi di riferire al Comitato di controllo sui servizi segreti sul tema della sua sicurezza. Lo ha detto il presidente Massimo D'Alema al termine della riunione di oggi. "Come è noto il Copasir ha chiesto fin dalla sua costituzione di incontrare il Presidente del Consiglio - ha spiegato D'Alema - ma fino adesso ciò non è stato ancora possibile". E dunque, anche alla luce delle ultime vicende riguardanti la giovane Ruby "abbiamo confermato questa richiesta". "Ad occuparsi della sicurezza del presidente del Consiglio - ha concluso D'Alema - sono i servizi segreti e noi intendiamo tornare su questo tema e riteniamo che sarebbe giusto sentire, su questo e altri temi, il presidente del Consiglio".

mercoledì 3 novembre 2010

Signorini contro il gigolò del GF


A pompare gli ascolti stavolta ci ha pensato Alfonso Signorini. L'incontro con Malgioglio, in un turbinio di sventagliate, è stato epico: i tesoro e gli amore si sono sprecati. Ma il meglio di sé il superdirettore l'ha dato con Giuliano. E lì si è rischiato il corto circuito. La storia è questa: il GF lo sceglie perché fa il gigolò , lo mette tra le punte di diamante dell'11esima edizione, racconta che accompagna le signore perché finito in cassa integrazione. Fa anche il giochetto "indovina chi è". Signorini ci scherza su per due puntate: dice che non si capacita e che forse dovrebbe essere lui a pagare le donne e che si aspettava Richard Gere e invece si ritrova, appunto, un sosia di Malgioglio. Fino a ieri sera. Quando in un rigurgito di decenza televisiva mista a perbenismo è esploso: "Non si può legittimare la prostituzione in prima serata". E poi: "L'orgoglio-gigolò non può esistere, molto meglio scaricare le cassette di frutta". Cinque secondi di imbarazzo poi la Marcuzzi è saltata sul carro e ha accolto la proposta: da oggi in poi, giurin giurello, nessuno pronuncerà più quella parolaccia brutta e cattiva. Gigolò, appunto.La terza puntata, per il resto, ha segnato il trionfo della coppia Ferdinando-Angelica. Lui è ancora il preferito del pubblico, lei è immune dalle nomination perché lui - ovviamente - la salva. Angelica e Guendalina non si sopportano: da qui in avanti andrebbero tenute a distanza di sicurezza. La prima vittima del televoto è Cristina. La prossima saà una tra Norma, Pietro e Matteo. -->

La escort 'Nadia': sesso a pagamento con Berlusconi


Nadia Macri', la escort 'Nadia' amica di Perla Genovesi, a quanto si apprende in ambienti investigativi, ha raccontato ai magistrati di Palermo di avere avuto due incontri sessuali con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e di avere per questo ricevuto, ogni volta, una busta con 5000 euro come compenso. Le dichiarazioni della escort sono riportate in un verbale di interrogatorio che la ragazza ha reso ai primi di ottobre ai magistrati di Palermo. Il verbale e' stato secretato ed e' negli atti dell'inchiesta di cui si valuta il trasferimento a Milano.
Nell'interrogatorio reso ai pm, la escort e' stata imprecisa nella ricostruzione temporale dei due incontri con Berlusconi, che avrebbe comunque collocato tra il 2009 e il 2010. In uno dei due Nadia Macri' avrebbe visto il premier in una sua villa a Milano: anche su questo punto la ragazza non sa dare particolari, ad esempio non ricorda se si tratti di Arcore. I due avrebbero parlato, poi Berlusconi le avrebbe regalato degli Swarovski e l'avrebbe invitata ad andare con lui in Sardegna.
Dopo alcuni giorni la escort e il premier, insieme a un'altra ventina di ragazze, si sarebbero visti nella villa di Berlusconi e li', dopo una cena a cui avrebbero partecipato anche altre persone, si sarebbe consumato il rapporto sessuale, per il quale la escort afferma di aver ricevuto 5000 euro. Nell'altra occasione i due si sarebbero visti a Milano. Anche in questo caso ci sarebbe stata una cena con altre persone e poi un rapporto sessuale con altri 5000 euro in busta. La ragazza riferisce anche di incontri a luci rosse avvenuti in una vasca idromassaggio.
Nadia Macri', la escort che ha raccontato ai magistrati di Palermo di avere avuto due incontri sessuali a pagamento con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha anche riferito di essere stata introdotta al premier, in una delle due occasioni, da Lele Mora ed Emilio Fede. La notizia e' confermata in ambienti investigativi. Le dichiarazioni della ragazza sono contenute in un verbale di interrogatorio da lei reso ai pm del capoluogo siciliano ai primi di ottobre. La escort ha anche raccontato che a fare da tramite tra lei e Berlusconi nell'altra occasione e' stato un politico emiliano di cui non sarebbe stata in grado di fare il nome.
Nadia Macri' non sarebbe stata in grado di precisare quale dei due incontri sarebbe riuscita ad avere con Berlusconi grazie all'aiuto di Lele Mora ed Emilio Fede. Il ricordo della escort e' apparso ai magistrati impreciso e lacunoso anche nella ricostruzione di come avrebbe conosciuto Mora. La ragazza ha riferito di averlo conosciuto in ambienti di discoteche e che attraverso questi sarebbe arrivata a Fede. Macri' racconta di essere andata a trovare il giornalista al Tg4 e di essere stata quindi da lui introdotta a Berlusconi. Del secondo tramite col premier - il politico emiliano - la escort racconta di averlo conosciuto come cliente e di avergli chiesto, saputo che era ''un pezzo grosso'', se poteva presentarla al presidente. Lui le avrebbe risposto di stare tranquilla e che li avrebbe messi in contatto. Dopo qualche tempo la giovane donna avrebbe ricevuto una telefonata di Berlusconi.

'Sakineh sarà giustiziata'


Sakineh potrebbe essere uccisa nelle prossime ore nel carcere di Tabriz. Non più lapidata, ma impiccata. L'allarme è arrivato in mattinata dal comitato internazionale contro le esecuzioni. L'Ue si è detta "molto preoccupata" ed ha immediatamente avviato accertamenti per verificare la notizia, in Italia il ministro degli Esteri Franco Frattini ha assicurato che non ci sono conferme, mentre dalla Francia sono rimbalzate le voci su una possibile "rapida esecuzione" della donna iraniana accusata di adulterio e concorso nell'omicidio del marito. Il tutto nel totale silenzio di Teheran.
Ma la notizia della possibile impiccagione di Sakineh ha immediatamente suscitato l'indignazione di diversi paesi europei, gli appelli di molti ministri, tra i quali Frattini e la collega delle Pari opportunità Carfagna, e l'organizzazione di marce e fiaccolate da Parigi a Roma e Bruxelles.
"La 'Commissione per i diritti umani' del regime - hanno assicurato al comitato - ha annunciato che 'secondo le prove esistenti, la sua colpevolezza e' stata confermatà ". Di fatto, è l'accusa del comitato, "il regime ha creato un nuovo scenario per accelerare la condanna a morte". A tutto ciò bisogna aggiungere che il mercoledì, in Iran, è il giorno delle esecuzioni, come ha sottolineato La Regle du jeu, rivista online di Henri-Levy che ha ottenuto informazioni analoghe, "c'é quindi da essere terribilmente preoccupati per Sakineh".
Da Teheran non sono arrivate né conferme né smentite, ma ieri il vice ministro degli Esteri ha ribadito la posizione del regime: "L'Iran - ha detto Hassan Qashqavi - difende la vittima e la sua famiglia, mentre l'Occidente difende chi ha recato l'offesa". Non una parola però su una possibile accelerazione dell'esecuzione. L'unica notizia di oggi è quella dell'arresto dell'avvocato iraniano dei due tedeschi finiti in manette mentre intervistavano il figlio e il legale di Sakineh, anche loro poi arrestati. Mentre il presidente del comitato 'Neda Days' ha annunciato di aver trovato un altro avvocato per difendere Sakineh. Si tratta di una donna che sarà aiutata a livello internazionale da un penalista italiano, Bruno Malattia.
Dalla Gran Bretagna, il Foreign Office ha definito la possibile impiccagione di Sakineh "un atto vergognoso", mentre dall'Italia Frattini, in contatto con l'ambasciata, ha assicurato che non ci sono conferme. "Rispetto le ong - ha detto - ma il nostro ambasciatore a Teheran non ha nessunissima conferma che domani la condanna a morte sarà eseguita".
Il titolare della Farnesina si è detto comunque fiducioso di trovare ascolto presso Teheran, rinnovando un appello "che non é contro l'Iran ma per la vita di Sakineh". Preoccupazione e "indignazione" è stata espressa dal ministro per le politiche europee Andrea Ronchi, mentre si sono rivolti al Governo e alla Ue, chiedendo di "fermare la mano del boia", i capigruppo del Pd Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, come l'Idv che, con Pedica, ha chiesto all'esecutivo di "attivarsi per salvarla". I due vicepresidenti italiani del Parlamento europeo Gianni Pittella (Pd) e Roberta Angelilli (Pdl) hanno chiesto alle autorità di Teheran di chiarire le voci. Sakineh è diventata "un simbolo per la difesa della libertà", per il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha esposto in Campidoglio l'immagine della donna e la presidente della Regione Renata Polverini che ha invitato il governo a non lasciarla sola. E dal Festival di Roma il regista iraniano Fariborz Kamkari ha invitato a continuare a battersi per Sakineh.

Ancora sommosse a Terzigno


Riprendera' stasera lo sversamento dei rifiuti a cava Sari, la discarica tra Terzigno e Boscoreale, nel vesuviano, oggetto delle contestazioni dei residenti della zona. Anche dopo l'annuncio della cancellazione della seconda discarica prevista a Terzigno, quella di cava Vitiello, la frangia piu' irriducibile dei manifestanti ha continuato a minacciare forti proteste e il blocco dei camion qualora fosse stato ripristinato l'utilizzo di cava Sari. La ripresa dei conferimenti, attesa ormai da giorni, e' stata annunciata dal sindaco di Boscoreale Gennaro Langella lasciando la riunione nella Prefettura di Napoli con il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso e i sindaci dei comuni vesuviani.
SINDACO BOSCOREALE,VENERDI'CDM CANCELLA TERZIGNO BIS- Venerdi' sara' in Consiglio dei ministri il provvedimento di cancellazione dalla legge 123 di Cava Vitiello, la seconda discarica di Terzigno contestata duramente per mesi dalle popolazioni dell'area vesuviana. Lo ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, lasciando la riunione in corso in prefettura con il sottosegretario Bertolaso.
GIUGLIANO (NAPOLI) - Nuovi scontri tra manifestanti e forze dell'ordine nel sito di stoccaggio a Taverna del Re. Un ingente schieramento delle forze dell'ordine e' presente al momento con gli scudi alzati per contenere poche decine di manifestanti. Al passaggio degli autocompattatori i manifestanti hanno urlato ''vergogna, vergogna, andate ad arrestare i delinquenti''. Al momento sono passati altri 10 camion tutti provenenti dalla citta' di Napoli.
Alcuni manifestanti hanno tentato di bloccare i camion che avevano da poco sversato i rifiuti all'uscita del sito di Taverna del re nei pressi di Giugliano. Lucia De Cicco, la pasionaria che già due anni fa si diede fuoco in un'analoga protesta contro lo sversamento della spazzatura, ha messo la sua auto di traverso lungo la strada. La vettura e' stata spostata di peso da alcuni uomini delle forze dell'ordine. Dall'alba di oggi sono entrati nel sito una ventina di automezzi. Dopo gli incidenti di ieri le colonne di auto-compattatori si spostano sotto la scorta di polizia e carabinieri.
Nuovi scontri tra manifestanti e forze dell'ordine si stanno verificando a Taverna del Re dove da alcuni giorni c'e' un presidio per impedire il transito degli autocompattatori diretti al sito. Le forze dell'ordine stanno stringendo i manifestanti lungo le cunette laterali della strada. Alcuni si sono addirittura piazzati davanti ai mezzi dei carabinieri.
I manifestanti hanno al momento bloccato una lunga colonna di automezzi diretti al sito di stoccaggio. Alcuni si sono aggrappati ai camion mentre carabinieri e polizia tentano di riportarli a terra. Un uomo e' caduto battendo la testa a terra. Dinanzi al corteo dei manifestanti c'e' un uomo che sventola la bandiera italiana.
A NAPOLI 2.300 LE TONNELLATE IN STRADA - Duemilatrecento sono le tonnellate di rifiuti presenti nelle strade di Napoli. Questo il dato fornito oggi dall'assessore comunale all'Igiene urbana Giacomelli, a margine delle celebrazioni per i defunti. Secondo quanto riferito dall'assessore, stamattina i camion stanno sversando a Chiaiano, così come a Taverna del Re dove "al momento - ha detto l'assessore - non ci sono incidenti". Secondo i dati forniti stanno scaricando circa 20 mezzi. "Continuando così - ha detto Giacomelli - sono fiducioso che nella giornata di oggi riusciremo a sversare la nostra capacità massima che si aggira fra le 1600 e 1650 tonnellate al giorno". Per quanto riguarda la giornata di ieri, Giacomelli ha riferito che hanno scaricato circa 80 mezzi a Chiaiano, mentre nel pomeriggio a Taverna del Re le operazioni sono state interrotte a causa delle manifestazioni.
A GIUGLIANO VERSO CHIUSURA SCUOLE - L'amministrazione comunale di Giugliano chiede l'immediata chiusura del sito di stoccaggio di Taverna del Re. Considerate, poi, le condizioni igienico-sanitarie in cui versa la citta', poiche' a terra vi sono oltre 1000 tonnellate di spazzatura non raccolta, nelle prossime ore si potrebbe disporre la chiusura delle scuole per la giornata di mercoledi'. Intanto una delegazione di consiglieri ha espresso solidarieta' al manifestante rimasto ferito.

TAVERNA DEL RE, SOLIDARIETA' MAMME VULCANICHE - Una delegazione di mamme vulcaniche, impegnate nei giorni scorsi nella rivolta di Terzigno, e' giunta da poco a Taverna del Re per portare la solidarieta' ai manifestanti che protestano contro la riapertura del sito di ecoballe, disposta dal presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro. A Giugliano ormai i cittadini sono in preda alla disperazione. Non capiscono perche' si debba infierire su un territorio gia' ammalato portando altre 10 mila tonnellate di rifiuti.

CASSONETTI IN FIAMME A NAPOLI E PROVINCIA - Rifiuti in fiamme anche la scorsa notte, a Napoli e in provincia. Diversi, circa quaranta, gli interventi dei Vigili del Fuoco. I cassonetti, al pari dei cumuli, sono stati incendiati in diverse zone del centro storico di Napoli ma anche in piazza Garibaldi, nella zona di Capodimonte e molti i roghi a Santa Teresa degli Scalzi. Immondizia bruciata anche in periferia e in provincia. La maggior parte degli interventi dei Vigili del Fuoco si e' registrata a Giugliano, Afragola, Casalnuovo. Diverse le auto in sosta che, a seguito, degli incendi hanno subito danni.

NEL NAPOLETANO PICCHIATI AUTISTI MEZZI ASIA - Due autisti dell'Asia - l'azienda servizi di igiene ambientale che si occupa della raccolta di rifiuti a Napoli - sono stati aggrediti e picchiati a Giugliano (Napoli). Lo conferma il presidente dell'Asia, Claudio Cicatiello. L'episodio e' avvenuto lungo via Santa Maria a Cubito, nei pressi del mercato ortofrutticolo generale dove i camion si fermano prima di entrare a Cava Giuliani per la cosiddetta 'pesa'. Di seguito, poi, i mezzi sarebbero dovuti andare a Taverna del Re. Atti di intemperanza anche nei confronti di altri due mezzi che avevano gia' scaricato l'immondizia al sito di stoccaggio.

martedì 2 novembre 2010

Violenza su un gatto


Un ragazzo prende la rincorsa e ridendo colpisce con un violento calcio un gatto che, ferito, perde molto sangue tanto che l'aggressore dice agli amici ''ormai e' morto''. E' il contenuto di un filmato messo su Youtube girato di sera che e' stato cancellato alcune ore dopo ma che un utente indignato aveva conservato e poi girato all'associazione 'Arcanimali' che ha presentato una denuncia sollecitando l'intervento della polizia postale per individuare il responsabile dell'episodio.
Il filmato e' visibile sul sito dell'agenzia di stampa animalista Geapress, che ha reso noto l'episodio. Protagonisti sono alcuni ragazzi che l'inflessione dialettale fa ritenere essere della Sicilia centro-orientale. Un ragazzo, il piu' alto del gruppo inquadrato, corre e colpisce con violenza il gatto, di colore chiaro. L'animale 'vola' per diversi metri e un amico dell'aggressore commenta: ''l'hai ucciso, e' morto''. Lui soddisfatto, continuando a ridere, si vanta: ''gli ho rotto la schiena...''. Un altro ragazzo lo blocca: ''basta perde sangue, lo hai colpito alle zampe''. E lui commenta ''ormai e' morto'', mentre il gatto si accascia su un muro e lentamente si allontana.

Il maltempo fa danni al Nord


Frane e smottamenti, citta' allagate, fiumi esondati, centinaia di interventi dei vigili del fuoco, migliaia di cittadini sfollati, un treno deragliato e, purtroppo, anche tre morti: la prima, vera, ondata di maltempo, ha messo in ginocchio l'Italia. Riproponendo con urgenza la necessita' di una seria politica di prevenzione e messa in sicurezza di un territorio sempre piu' a rischio. E non e' ancora finita: la perturbazione che ha colpito il centro-nord proseguira' nelle prossime ore, interessando anche le regioni meridionali, dove si sono gia' registrate difficolta' nei collegamenti con le isole minori.
Per questo il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso una nuova allerta meteo, attivando le strutture e le autorita' locali affinche' predispongano i necessari interventi di prevenzione, in modo da evitare che le piogge possano provocare conseguenze alla popolazione. Finora il prezzo piu' alto l'ha pagato la Toscana, con tre vittime in provincia di Massa Carrara. Nera Ricci e suo figlio Mattia, di appena due anni, sono morti dopo che una frana si e' abbattuta sulla loro casa a Lavacchio, sul monte Brugiana. I vigili del fuoco li hanno estratti dal fango alle prime luci dell'alba, abbracciati. Si sono salvati invece il marito della donna, che ha fatto in tempo a uscire di casa prima che l'ondata di detriti la investisse, e un'altra figlia, di 16 anni, che era fuori per una festa.
Travolto dal fango anche Aldo Manfredi, di 48 anni: era uscito di casa con il padre a Mirteto, sul monte Candia, per controllare che le barriere che avevano posizionato nel punto in cui la collina era gia' franata in passato, tenessero. Il cadavere dell'uomo e' stato estratto dai detriti nel pomeriggio, mentre il padre si e' salvato proprio perche' coperto da una di quelle barriere. ''E' un bilancio inaccettabile - dice il presidente della Regione Enrico Rossi - serve un piano nazionale di finanziamenti per la prevenzione''. Situazione critica anche in Veneto, dove le province di Verona, Vicenza e Padova sono praticamente sott'acqua. Le piogge incessanti hanno fatto esondare il Bacchiglione a Vicenza, l'Alpone e il Trampigna nel veronese, il Frassine in provincia di Padova.
L'acqua ha invaso strade e case, con migliaia di persone costrette a fuggire frettolosamente o a rifugiarsi sui tetti in attesa dell'arrivo dei vigili del fuoco: saranno almeno duemila le persone che trascorreranno la notte fuori casa. A Caldogno, nel vicentino, si e' sfiorata la tragedia: il paese e' stato invaso da un metro e mezzo d'acqua e per alcune ore si e' tenuto che un uomo, sceso nella cantina di casa, fosse stato portato via dalle acque. Fortunatamente aveva fatto in tempo a rifugiarsi in casa ed e' stato messo in salvo dai vigili del fuoco. Le piogge torrenziali hanno anche costretto i gestori a chiudere l'autostrada A4 Milano-Venezia (dove si e' registrato anche un incidente mortale a causa del maltempo) tra il capoluogo scaligero e quello berico, perche' le carreggiate sono state invase da 60 cm d'acqua.
E proprio a Vicenza il Bacchiglione ha invaso il 30 per cento del territorio cittadino, compresi gli scantinati del teatro Olimpico, gioiello del Palladio. Il sindaco Achille Variati ha invitato i cittadini a non utilizzare l'auto e, d'intesa con la Provincia, ha disposto per domani la chiusura delle scuole di tutto il territorio. Allagamenti e smottamenti si sono registrati anche in Lombardia - il Seveso e il Lambro sono esondati a Milano mentre il Chiese e' uscito dagli argini nel bresciano - in Friuli Venezia Giulia, soprattutto in provincia di Pordenone - la regione ha dichiarato lo stato di emergenza - in Piemonte, dove in un incidente stradale nei pressi di Pinerolo sono morte tre persone.
E ancora in Emilia Romagna, dove e' scattata l'allerta per i fiumi Enza e Secchia e il Po e' cresciuto di 2,5 metri in un solo giorno e nel Lazio nord, tra Cerveteri e la provincia di Viterbo. Colpita pesantemente anche la Liguria, dove e' scattata l'allerta per fiumi e torrenti in piena sia in provincia di La Spezia che in quella di Genova. Uno smottamento sulla linea ferroviaria Genova-Ventimiglia all'altezza di Bordighera ha invece rischiato di provocare l'ennesima tragedia: il treno e' deragliato e della ventina di passeggeri che erano a bordo soltanto tre, oltre ai due macchinisti, sono rimasti feriti in modo lieve.