sabato 8 dicembre 2012

Tredicenne travolta sulle strisce. Arrestato l'investitore. Il padre: "Lo perdono"

È stato arrestato con l'accusa di omicidio colposo il giovane ascolano di 21 anni che il 26 novembre scorso, travolse e uccise Monica Fabiani, 13 anni,dopo aver imboccato contro mano un bivio della strada Salaria ad Ascoli Piceno. Erano circa le 19, e Monica era appena scesa dal bus per tornare a casa. Il ragazzo, che vive a Santa Maria in Capriglia, una frazione di Ascoli, era risultato negativo ai test sull'assunzione di droga e alcol, ma il pm Cinzia Piccioni ha chiesto e ottenuto dal gip Carlo Calvaresi un'ordinanza di arresti domiciliari. Ora il padre, facendo un enorme sforzo, ha deciso di perdonare colui che ha ucciso la sua bambina: "Con profonda tristezza, ho saputo dal mio legale la notizia dell'arresto del ragazzo che la settimana scorsa ha travolto e ucciso la mia Moniketta. Sono vicino ai suoi genitori, perchè mi hanno fatto pervenire una toccante lettera con una richiesta di perdono per il figlio". E’ questo il commento all’imprevisto sviluppo della tragedia da parte di Marco Fabiani, padre della giovane vittima. "Come cattolico ho trovato unico conforto nella fede e la mia educazione religiosa mi impone il perdono. Non credo nella giustizia degli uomini ma solo in quella di Dio, e nessuno potrà restituirmi il mio angioletto. Sono pronto a incontrare i familiari del ragazzo per ripetere a loro questi concetti". Nel 2007, spiega Il Messaggero, Marco Fabiani era finito al centro di mille polemiche per essersi offerto di accogliere agli arresti domiciliari in un suo appartamento a San Benedetto del Tronto Marco Ahmetovic, il rom che il 23 aprile di quell'anno, guidando ubriaco e a tutta velocità un furgone, aveva travolto e ucciso quattro giovanissimi ad Appignano del Tronto: Eleonora Allevi, 19 anni, Davide Corradetti, 16, Danilo Traini, 17, e Alex Luciani, anche lui di 16 anni.

Fa prostituire la sorellina di 17 anni. Le servivano i soldi per un telefonino

A Montbéliard, nella regione francese di Franca Contea, c'è stato un processo straordinario. Una giovane donna di 31 anni, Angelique, è stata processata per aver costretto la sua sorellina di 17 anni a prostituirsi. Il suo compagno, Denis, anche lui sotto inchiesta, ha detto di aver aiutato la donna per amore. Il caso risale al giugno 2009. L'adolescente, spedita da una casa all'altra, si trovava nell'alloggio di sua sorella. Quest'ultima l'ha ospitata ma le ha chiesto di 'battere' il marciapiede per potersi acquistare un nuovo telefono cellulare. "Ha accettato", ha detto Angelique al procuratore. La ragazza afferma di non aver avuto altra scelta altrimenti sarebbe stata mandata fuori casa. In una settimana, Denis, il compagno, ha preso le due giovani donne e le ha mandate a prostituirsi a Mulhouse, Besançon e Belfort, dove si guadagna più di 1.000 euro. Il procuratore sospetta che il denaro sia stato utilizzato per qualcos'altro. Angelique ha risposto: "Beh, no, il telefono aveva un valore di 500 euro". Il pubblico ministero ha disposto per la donna sei mesi di prigione. Stessa condannata per il compagno ma con la sospensione.