venerdì 2 dicembre 2011

Campione di hockey su uccide per la crisi



L'attività commerciale in crisi e il fallimento del rilancio su internet. Non è riuscito a sopportare il peso della crisi economica e si è tolto la vita all'interno del suo negozio di articoli sportivi, 'Sport Reinstaller'. Era una vera e propria istituzione a Bolzano Robert Psenner, noto commerciante ed ex colonna dell'hockey altoatesino degli anni '60.
Era scomparso giovedì scorso: a lanciare l'allarme era stato il figlio Klaus. Poi la tragica scoperta. Psenner è stato trovato morto. Ha deciso di impiccarsi nel negozio chiuso da alcuni giorni. Un gesto dettato dalla paura di non andare avanti, schiacciato dalla concorrenza delle grandi catene del settore. Aveva 69 anni.
"Con Robert è morto un pezzo dei Portici", ha detto commosso il vicepresidente dell'Unione commercio, Dado Duzzi. Nei giorni scorsi i vigili del fuoco, il soccorso alpino e le forze dell'ordine avevano più volte effettuato ricerche lungo il torrente Talvera, che scorre vicino all'abitazione di Psenner, e lungo i sentieri sui pendii della conca di Bolzano, senza però trovare tracce del sessantanovenne. Dal momento della sua scomparsa i suoi parenti temevano il peggio, visto il momento difficile che stava attraversando.
Il negozio 'Sport Reinstaller', fondato nel 1948, si trova nella centralissima via Portici: per decenni era il punto d'incontro per tutti gli appassionati dello sport. Psenner con passione e competenza consigliava gli sci oppure la racchetta da tennis più adatti per le proprie esigenze. I clienti più affezionati potevano anche contare su un piccolo sconto. Tutto questo oggigiorno non conta più, il cliente preferisce megastore grandi centinaia e centinaia di metri quadri e con una scelta infinita di prodotti. "Robert è stato un pioniere del commercio di articoli sportivi in Alto Adige. Con la sua scomparsa lascia lo spazio alle grandi catene", afferma amareggiato Duzzi, che conosceva Psenner da 60 anni. Per il vicepresidente della Unione commercio, i Portici stanno vivendo "un capitolo triste, quello della uniformazione. Negli ultimi anni i Portici hanno infatti radicalmente cambiato carattere con l'arrivo dei grandi marchi e la scomparsa degli storici negozi. Ora infatti la strada non si distingue più dalle vie commerciali delle altre città europee".
A resistere ci pensa, tra l'altro, la famiglia di commercianti Rizzolli, una della antiche di Bolzano. "Abbiamo la fortuna - dice Thomas Rizzolli - di possedere le mura, inoltre, essendo un negozio di cappelli, siamo abituati a occupare una nicchia". Secondo Duzzi, la "fame delle multinazionali di negozi in ottima posizione e la loro capacità di pagare affitti esagerati" ha spinto gli storici commercianti ad abbandonare le loro attività. "Molte famiglie di commercianti hanno chiuso i loro negozi e vivono della rendita dell'affitto di questi locali", aggiunge Duzzi che però ha una speranza. "L'attuale crisi - dice - può essere una chance, perché colpisce tutti: grandi e piccoli. Sono infatti già spariti alcuni noti brand. Giovani bolzanini con nuove idee potrebbero sfruttare il momento e riprendersi i Portici".

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