mercoledì 23 novembre 2011
Corteo contro la vivisezione
Mai una manifestazione tanto grande, tanto sentita. Green Hill (un’azienda che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione a Montichiari, Brescia) è certamente un ostacolo da abbattere nel cammino verso la civiltà, ma il mostro contro cui si sono trovate a lottare oltre quattromila persone in un piccolo paese del bresciano avvolto nella nebbia si chiama vivisezione. Perché lottare contro la vivisezione? Lasciando da parte per un momento i sentimenti e l'etica, la risposta arriva dalla scienza e fa male. La biologa e responsabile nazionale del reparto Vivisezione della Lav Michela Kuan spiega ad Affaritaliani.it: "Testare farmaci e cosmetici su animali vivi non ha alcun senso, i risultati non possono essere scientificamente rilevanti". E allora perché si pratica? "Perché le leggi sono arretrate e supportano un giro d'affari mondiale difficile da spezzare che alimenta interessi e poteri". Quello che molti non sanno è che uno dei più grandi passi avanti sull'argomento è stata la legge n. 413 del 12 ottobre 1993 approvata dalla Camera dei deputati e dal Senato che cita 'Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale' e tutela tutti coloro che sono contrari alla sperimentazione animale. Medici, ricercatori, studenti, personale sanitario possono scegliere, grazie a questa legge, di non svolgere attività che implichino la sperimentazione animale. Si tratta di una sorta di "prova" dell'inutilità della vivisezione. Ma quante altre cose non si sanno. Come per esempio che in Europa non c'è nessun tipo di restrizione: qualsiasi sperimentazione può essere effettuata su qualsiasi tipo di animale. Che l'anestesia non è mai prevista. Che il dolore causato è insopportabile. E che il giro di denaro per molti è sufficiente per ampliare lo scempio nel mondo.
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