lunedì 24 ottobre 2011
E' morto Sic. La mamma: non piangete
MAMMA ROSSELLA: "Solo questo: "Non piangete per lui, Marco non avrebbe mai voluto vedervi piangere".
SIMONCELLI: UNA VITA IN SELLA A 'SGASARE', TRA AMICI E RIVALI - La capigliatura folta, il fisico imponente non certo comune nel mondo delle due ruote e poi soprattutto quello spiccato accento romagnolo, una simpatia travolgente che sommata al talento in pista sembrava doverne fare l'erede naturale di Valentino Rossi, col quale sognava anche un giorno di poter correre nella stessa squadra. Il motomondiale con Marco Simoncelli perde piu' di un pilota, perde un ragazzo normale, sempre disponibile, schietto, pronto alla battuta, che in pista non si risparmiava mai, anche a costo di far arrabbiare gli avversari. Simoncelli, Super Sic, era questo e non solo. Le moto erano la sua vita da quando, come racconta lui stesso su Facebook, a 4 anni i genitori gli regalano una Suzuki 50 minicross. "E cosi' ho iniziato a sgasare nei campi intorno a casa", ricordava il centauro di Cattolica. Che a 7 anni comincia la sua carriera, girando per sei stagioni con le minimoto prima di passare alle 125, con cui vince, nel 2002, il campionato europeo col team Aprilia-Matteoni. Poi il debutto nel motomondiale, un sogno ad occhi aperti per Simoncelli che debutta nel Gran Premio della Repubblica Ceca, chiamato a sostituire Jaroslav Hules nelle ultime 5 gare. Cresce Marco, arriva la prima pole nel 2004 mentre un anno dopo riesce a vincere anche la prima gara, in Spagna. Passa alla 250 e il carattere un po' fumantino di Super Sic lo porta a qualche incomprensione con la Gilera e col capotecnico, tanto che gli tolgono anche la moto ufficiale. Ma nel 2008 il suo talento esplode.
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